google driveSembra strano, eppure è successo davvero. Google Drive è stato bloccato per pirateria. Nello specifico, lo scorso 19 ottobre, un dominio critico della piattaforma è stato bloccato insieme a una cache di YouTube. Si tratta di un incidente che ha innalzato una serie di criticità riguardo Piracy Shield. La piattaforma, ideata per contrastare il fenomeno della pirateria, sembra colpire anche siti innocenti che non hanno nulla a che fare con lo streaming illegale.

Google Drive al centro di un errore dii Piracy Shield

Il blocco ha dato origine ad una serie di problemi. Tra gli utenti coinvolti ci sono aziende, privati ed istituzioni che utilizzano Google Drive per i propri servizi. Nel dettaglio, la piattaforma antipirateria ha bloccato l’indirizzo drive.usercontent.google.com. Quest’ultimo è fondamentale per poter accedere ai download da Google Drive. Anche una cache di YouTube è stata colpita da tale intervento. I disservizi sono stati evidenziati da diverse segnalazioni presentate dagli utenti stessi.

Le regole dell’AGCOM prevedono la presenza di cinque giorni entro cui i proprietari dei domini bloccati possono effettuare ricorso. Questa volta i tempi però potrebbero essere più veloci. Ciò considerando la gravità dell’errore e il coinvolgimento di piattaforme del calibro di Google Drive.

La deputata Giulia Pastorella, a tal proposito, ha annunciato un’interrogazione parlamentare. Inoltre, è stato richiesto che l’AGCOM venisse convocata per discutere dell’accaduto. Anche Google non ha intenzione di rimanere immobile davanti a ciò che è accaduto con la sua piattaforma. Secondo alcune recenti dichiarazioni, infatti, sembra che l’azienda di Mountain View stia valutando le conseguenze effettive del blocco per decidere con quali azioni legali eventualmente intervenire.

Quanto accaduto non fa che evidenziare quelli che sono i limiti di Piracy Shield. Non è la prima volta che vengono evidenziate delle lacune. A tal proposito, diversi esperti informatici hanno posto l’attenzione su come la piattaforma antipirateria non tenga conto della complessità della rete. Ciò finirà per colpire, come è accaduto, anche piattaforme e risorse legittime.

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