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Sony: persa in tribunale una causa iniziata 12 anni fa

Nel mondo dei videogiochi non è una novità assoluta assistere a cause milionarie della durata di parecchi anni, all’interno di questo contesto ora però possiamo annoverarne una in meno, Sony ha recentemente ricevuto infatti una sentenza che mette la parola fine a una diatriba scoppiata nel lontano 2012 che vedeva l’azienda giapponese, contestare ad un’azienda che si occupava della creazione di accessori di terze parti per PlayStation, la violazione di copyright.

 

Sconfitta dopo dodici anni

Ebbene, dopo una battaglia legale, durata la bellezza di 12 anni, Sony ha ufficialmente perso la causa ricevendo la sentenza che stabilisce che il software Action Replay della società britannica Datel non viola il copyright dell’azienda nipponica.

Si tratta di una sconfitta pesantissima, persone che cambierà in modo importante la prospettiva nel mondo dei videogiochi e soprattutto dell’hardware da gioco dal momento che apre la strada all’hardware di terze parti compatibile con le console presenti in commercio, stando alla sentenza i giudici affermano che i software utilizzati da Datel non modificano né riproducono il codice oggetto, il codice sorgente o la struttura interna e l’organizzazione del software Sony, ma si limitano a cambiare temporaneamente il contenuto delle variabili trasferite dai giochi Sony alla RAM della console.

Tradotto in termini comprensibili, il software preso in esame non è una copia del software originale sviluppato da Sony bensì è un modo diverso di utilizzare quest’ultimo che secondo i legali non è un reato tantomeno una violazione di copyright dunque non è punibile come tale, dal momento che utilizzare un software per uno scopo diverso da quello inteso dal proprio creatore, non è considerata una violazione della legge o del copyright stesso.

In parole povere Sony dovrà mettersi l’anima in pace oppure procedere ad un altro ricorso che potrebbe portare via tempo e risorse, la sentenza di per sé sembra essere abbastanza incontrovertibile.

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Pubblicato da
Eduardo Bleve