I primi test di robot telecomandati per l’esplorazione lunare hanno ottenuto risultati promettenti, entusiasmanti anzi. C’è solo un problema: i ritardi nella comunicazione tra la Terra e la Luna. Come si può risolvere questo problema? I ricercatori dell’Università di Bristol hanno trovato una soluzione innovativa. Hanno sperimentato un nuovo sistema presso il Centro Europeo per le Applicazioni Spaziali dell’ESA che potrebbe cambiare le esplorazioni.
L’approccio è decisamente alternativo rispetto ai tradizionali feed video. Questi infatti sono spesso ostacolati dal ritardo di 1,3 secondi dovuto alla distanza tra i due corpi celesti. Grazie alla simulazione virtuale di un rover, gli scienziati sono riusciti a manovrare con precisione un braccio robot per raccogliere un campione di regolite lunare simulata. Si tratta di un passo avanti molto importante. Ma come funziona esattamente questa tecnologia?
La vera innovazione risiede nelle interazioni aptiche, che offrono all’operatore la sensazione tattile di toccare il terreno lunare. Simulare le proprietà fisiche della regolite e la bassa gravità permette agli operatori di percepire meglio la forza necessaria per scavare o sollevare campioni. Questa tecnologia può evitare molti errori, riducendo la dipendenza dai video che, come sappiamo, non sempre restituiscono la realtà dei fatti. Potrebbe inoltre avere un impiego significativo anche nell’addestramento degli astronauti, simulando grazie ai robot condizioni realistiche prima di future missioni. Questo sistema non aiuterà forse anche in futuro su Marte?
Guardando oltre, il progetto Moonlight dell’ESA prevede di utilizzare satelliti per trasmettere i segnali tra gli operatori e le missioni robotiche. Con tale precisione, possiamo immaginare operazioni più flessibili e sicure nello spazio. E il rover FLIP di Astrolab? Questo nuovo robot, più piccolo e leggero, potrebbe aprire la strada a dimostrazioni tecnologiche già dal 2025. Siamo alle soglie di una nuova era dell’esplorazione lunare? Gli sviluppi ci indicano che la teleoperazione robotica sarà un pilastro delle future missioni. Più vicini alla Luna, grazie alla tecnologia? Sembra proprio di sì.