La Commissione Europea ha introdotto dazi contro le auto elettriche cinesi pochi mesi fa. Le case automobilistiche cinesi potrebbero però aver trovato modo per aggirare queste nuove tariffe. Federmotorizzazione, infatti è parecchio preoccupata dalla situazione, teme di sì. Come farebbe la Cina? La Federazione ha segnalato la possibilità che i costruttori sfruttino la Turchia come via alternativa.
L’accordo di unione doganale tra Turchia e Unione Europea consente il libero scambio di merci senza dazi. Così, i produttori cinesi potrebbero utilizzare questo canale per evitare le tariffe imposte dall’UE. Un esempio è BYD, un grande marchio cinese di auto elettriche. BYD ha annunciato da non molto un investimento di un miliardo di euro in Turchia, chiaro segno di allarme. Qui costruirà uno stabilimento per servire il mercato europeo. In parallelo, la fabbrica in Ungheria sarà operativa dal 2025. Entrambe le strutture riforniranno l’Europa, senza l’onere dei dazi sulle importazioni dirette dalla Cina. È una manovra che elude le regole europee?
Federmotorizzazione e parte della politica europea sono preoccupate da questo escamotage. Carlo Fidanza, del gruppo ECR, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea sulla validità dell’azione e su come agire. Il rischio è che l’accordo doganale con la Turchia venga sfruttato in modo scorretto. Se le case cinesi vendono le loro auto tramite la Turchia senza pagare dazi, la concorrenza diventa a loro parere sleale.
Questo metterebbe ancor più in difficoltà i produttori europei. Le aziende europee infatti sono costrette a rispettare norme più rigide e affrontare costi più elevati. Di conseguenza, le auto cinesi, già spesso più economiche, potrebbero conquistare quote di mercato senza “l’ingombro” dei dazi. Gli equilibri dell’industria automobilistica europea potrebbero essere seriamente compromessi. La Commissione Europea sarà costretta a rivedere l’accordo con la Turchia? L’Europa riuscirà a proteggere i propri marchi? Vedremo un aumento delle auto cinesi a prezzi inferiori invadere il mercato? La risposta determinerà il futuro delle auto in Europa.