L’Unione Europea ha deciso di adottare una strategia comune per l’acquisto di terre rare, materie prime critiche ed energia, seguendo un modello simile a quello dei Gruppi di Acquisto Solidali. Questo progetto, con un investimento di 9 milioni di euro da parte di Bruxelles, mira a creare una piattaforma congiunta per gestire in maniera più efficace l’approvvigionamento di risorse fondamentali per diversi settori industriali.
La nuova piattaforma europea per le terre rare
La piattaforma sarà gestita dalla società che si aggiudicherà l’appalto, con otto candidati attualmente in lizza, tra cui Deloitte, PricewaterhouseCoopers e Metalshub. Quest’ultima, una società tedesca specializzata nel commercio di materie prime, ha presentato una proposta insieme alla sua partner Enmacc, una società di trading online. L’obiettivo dell’iniziativa è duplice: ridurre la dipendenza dell’Europa dalla Cina, leader nel mercato delle terre rare, e migliorare l’accesso a materiali fondamentali per settori chiave come l’automotive e l’energia.
Tuttavia, l’idea di una piattaforma comune ha sollevato alcune perplessità. In particolare, ci si chiede se le grandi aziende europee, che spesso hanno già contratti consolidati e catene di approvvigionamento ben stabilite, saranno effettivamente interessate a utilizzare il nuovo sistema. Marchi automobilistici come Stellantis e Volkswagen, ad esempio, potrebbero non avere bisogno della piattaforma, avendo già accordi a lungo termine per l’approvvigionamento di materie prime.
Inoltre, c’è il problema degli standard qualitativi: aziende diverse, come i produttori di auto elettriche e di turbine eoliche, pur necessitando delle stesse materie prime, richiedono spesso materiali con specifiche tecniche molto diverse. Questo potrebbe complicare ulteriormente l’uso della piattaforma, rendendo difficile raggruppare la domanda in maniera efficace.
Infine, diversi analisti hanno espresso dubbi sulla coesistenza di mercati così diversi, come quello delle terre rare e del gas naturale, sulla stessa piattaforma. La piattaforma dovrebbe seguire il modello di AggregateEU, utilizzata per l’acquisto congiunto di metano, ma i risultati di quest’ultima iniziativa non sono stati del tutto positivi, secondo un rapporto della Corte dei Conti Europea.