Tassa Bitcoin al 42%: ora si va avanti, la manovra è iniziata

È ufficialmente partito l’iter per la manovra che porterà il Bitcoin e tutte le altre criptovalute ad essere tassate del 42% a partire da gennaio 2025. Questa decisione comporterà un introito maggiore nelle casse dello Stato e allo stesso tempo comporta già un grande malcontento tra gli utenti che hanno investito. A quanto pare potrebbero esserci molte problematiche di cui il Governo non ha tenuto conto.

Bitcoin e la tassa al 42% su tutte le criptovalute: il rischio è grande secondo Binance

A parlare è stato il CEO di Binance, noto exchange di criptovalute, Gianluigi Guida, il quale ha palesato la preoccupazione per uno squilibrio fiscale che questa misura potrebbe comportare nei confronti degli asset finanziari. Da qui potrebbe esserci un grave problema di sviluppo per l’economia italiana nel digitale, con gli investitori e le aziende che sarebbero pronte a scappare via. La minaccia di delocalizzazione dunque è più che tangibile, proprio come hanno dichiarato di voler fare tantissime persone:

Un rischio concreto è rappresentato dalla possibile “fuga di cervelli” e capitali, con talenti e imprese che potrebbero cercare ambienti più favorevoli, mettendo a rischio la competitività dell’Italia nell’economia digitale globale.

Questa situazione potrebbe inoltre impattare negativamente sulle aziende del settore cripto-attività. Una domanda inferiore per prodotti e servizi legati ai cripto-asset potrebbe comportare una riduzione dei ricavi e, di conseguenza, delle entrate fiscali derivanti dalle imprese.

Se le aziende dovessero considerare il quadro normativo troppo gravoso, potrebbero valutare il trasferimento delle loro attività in Paesi con normative più favorevoli, riducendo così le opportunità di lavoro e l’impatto economico e sociale in Italia.

Siamo attivamente impegnati nel dialogo con altre parti interessate e con gli operatori del settore, cercando di affrontare queste sfide e individuare soluzioni alternative. Crediamo che, attraverso la collaborazione, l’Italia possa mantenere la sua competitività e continuare a essere parte integrante del percorso globale verso l’innovazione digitale“.

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