L’AGCOM ha diffidato DAZN a causa di una serie di segnalazioni errate inviate sulla piattaforma Piracy Shield. Quest’ultime, infatti, lo scorso sabato, hanno portato al blocco di sei ore che ha coinvolto in prima persona Google Drive.
Si tratta di un errore piuttosto grave che, seguito da altri intoppi, ha portato l’AGCOM a rivelare il responsabile di quanto accaduto che invece fino ad ora era rimasto nascosto.
DAZN diffidata dall’AGCOM: ecco perché
La colpa è ricaduta sulla piattaforma streaming in quanto segnalatore accreditato su Piracy Shield. Inoltre, ha richiesto il massimo rigore e diligenza nella presentazione delle richieste di blocco e nella raccolta delle relative prove. L’AGCOM ha inoltre precisato che, in caso di mancato rispetto di tali obblighi, adotterà tutte le misure necessarie.
L’Autorità ha respinto la proposta della commissaria Elisa Giomi di sospendere temporaneamente la piattaforma Piracy Shield. Al contrario, con il decreto omnibus, la piattaforma è stata ulteriormente potenziata. Ora, tutti i fornitori di telecomunicazioni sono obbligati a segnalare comportamenti illeciti o sospetti alle autorità, con sanzioni che includono la reclusione fino a un anno in caso di ritardi nelle segnalazioni.
A tal proposito, l’AGCM ha invitato Google a partecipare attivamente alla piattaforma anti-pirateria, richiamando tutte le categorie coinvolte ad iscriversi al Piracy Shield. Sono inclusi i motori di ricerca, i fornitori di servizi informatici e i gestori di VPN e DNS pubblici. L’obiettivo è migliorare il controllo dell’accessibilità a contenuti illegali, a prescindere dalla localizzazione geografica di tali operatori.
Ad oggi, Piracy Shield ha contribuito alla disabilitazione di oltre 25.000 domini e più di 7.000 indirizzi IP associati a contenuti pirata.
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha difeso la piattaforma dalle critiche, sostenendo che essa sta dimostrando la sua efficacia. Relativamente ai disservizi, Urso ha affermato che tali problemi potranno essere ridotti grazie alla collaborazione degli operatori accreditati, come nel caso di DAZN, i quali dovranno inserire i servizi legittimi nella white list, per evitare blocchi erronei.