e-fuelL’Italia, in vista del processo di decarbonizzazione, ha avanzato una proposta ambiziosa. La richiesta è di anticipare al 2025 la revisione del Green Deal. Quest’ultima è prevista per il 2026. L’obiettivo principale è rivedere il processo che porterà allo stop delle auto a combustione interna. Ciò ritardando l’introduzione di nuove normative sulle emissioni previste per il 2025 e possibilmente rivedendo anche la scadenza del 2035 per l’eliminazione di suddette vetture. Tale iniziativa mira a promuovere la “neutralità tecnologica“, sostenendo l’importanza dei biocarburanti e degli e-fuel nel mix di soluzioni per la decarbonizzazione. Sembra però che le speranze italiane non avranno seguito a causa della resistenza a livello europeo.

E-fuel e decarbonizzazione in Europa

Wopke Hoekstra, futuro commissario al Clima, e Teresa Ribera, prossima vicepresidente della Commissione per la politica climatica, hanno chiarito la posizione della Commissione Europea. Anche se c’è stata un’apertura all’inclusione degli e-fuel nel processo di decarbonizzazione, non vi è alcun margine per modificare la data. Inoltre, non sarà possibile includere i biocarburanti nel piano.

Hoekstra ha sottolineato che la scadenza del 2035 è cruciale. Ciò soprattutto per fornire certezza agli investitori e ai produttori del mercato automobilistico. Ha poi ribadito la necessità di un approccio tecnologicamente neutrale. Ciò però sarà limitato agli e-fuel, i quali avranno un ruolo rilevante soprattutto in settori difficili da elettrificare. Come, ad esempio l’aviazione e il trasporto marittimo.

Anche Teresa Ribera ha confermato che la neutralità climatica, da raggiungere entro il 2050, richiederà l’adozione di una vasta gamma di tecnologie. Tra quest’ultime gli e-fuel saranno sicuramente protagonisti. Ribera ha inoltre ribadito l’importanza della scadenza del 2035. Quest’ultima, infatti, fornisce certezza agli investitori e rappresenta un elemento essenziale per sostenere la transizione industriale dell’Europa.

Il percorso verso il 2035 rimane quindi immutato, con un’apertura limitata ai soli e-fuel, una posizione che appare molto gradita alla Germania, ma che lascia l’Italia isolata nelle sue ambizioni.

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