Normalmente, i CEO delle case automobilistiche elogiano le proprie vetture, ma Jim Farley, a capo di Ford, sorprende elogiando apertamente un modello della concorrenza. Farley ha dichiarato infatti senza esitazioni: “Guido la Xiaomi.” Si tratta della favolosa Xiaomi SU7, la nuova elettrica cinese disponibile finora solo in Cina. Farley ha ammesso di aver guidato l’auto per sei mesi e teme già il momento in cui dovrà restituirla.
Pur non specificando la versione della vettura, si ipotizza che si tratti della SU7 Max, il modello più avanzato. Queste dichiarazioni sono un chiaro riconoscimento della qualità tecnologica che oggi i produttori cinesi sono in grado di offrire. A settembre, Farley aveva già espresso preoccupazioni verso la crescente “minaccia” dei produttori cinesi. L’entusiasmo per la SU7 sembra confermare la sua opinione. Ma cosa rende davvero speciale questa auto cinese? Secondo alcuni, potrebbe trattarsi delle prestazioni avanzate o delle nuove batterie di cui sono dotati molti modelli cinesi.
Le osservazioni di Farley giungono in un momento critico per l’industria automobilistic
a. Le case automobilistiche occidentali, incluso Ford, sembrano infatti ancora in ritardo rispetto ai colossi cinesi nello sviluppo delle tecnologie elettriche. Le parole del CEO suonano come un’ammissione di questo gap tecnologico, facendo notare come i costruttori tradizionali debbano accelerare per non perdere terreno.La Xiaomi SU7, da questo punto di vista, raffigura un simbolo di innovazione. Ha tecnologie avanzate, prestazioni elevate e una batteria di ultima generazione. Farley ha affermato che la tecnologia cinese è ormai altamente competitiva, un’osservazione che evidenzia la sfida per i produttori “tradizionali” come Ford. Sarà davvero così difficile colmare questo ritardo? Alcuni esperti ritengono che l’industria automobilistica occidentale debba investire pesantemente e rapidamente nelle tecnologie EV. Le parole di Farley segnano un momento di riflessione per Ford e per le altre case occidentali. Il CEO sembra dire, implicitamente, che il futuro dell’elettrico non è più solo nelle mani delle case tradizionali. Questo, forse, anzi probabilmente è solo l’inizio di una nuova competizione (spietata) globale.