Perplexity AI viene lanciata per macOS ma, come ormai succede spesso, l'innovazione va di pari passo con problemi etici e di copyright.

Perplexity AI ha lanciato la sua nuova app per macOS, ora disponibile su Mac App Store, offrendo agli utenti una piattaforma avanzata per la ricerca e l’interazione con modelli di linguaggio generativo simili a ChatGPT. L’app si distingue per una serie di funzionalità, tra cui la ricerca vocale, la tracciabilità delle fonti e la possibilità di esplorare la cronologia delle ricerche. Questo strumento promette un’interazione più intuitiva e dinamica, arricchendo l’esperienza degli utenti e segnando un passo avanti nell’accessibilità dei modelli linguistici.

 

Perplexity, tra possibilità e controversie

Il lancio dell’app, tuttavia, non è avvenuto senza polemiche. Perplexity si trova attualmente al centro di una controversia legale con News Corp, che ha accusato la startup di sfruttare ampiamente i propri contenuti senza autorizzazione. News Corp sostiene che Perplexity abbia “copiato su larga scala” materiale protetto da copyright, privando l’azienda e i suoi giornalisti del compenso per il loro lavoro. La compagnia ha accusato la startup di presentare i contenuti riprodotti come sostituti diretti delle fonti originali, proponendo agli utenti di saltare i link verso le notizie. In questo scenario, News Corp ha anche elogiato aziende come OpenAI, che, grazie a specifici accordi con editori, tra cui News Corp stessa, utilizza i contenuti in modo ritenuto corretto e collaborativo per l’addestramento dei modelli AI.

La risposta di Perplexity alle accuse è stata ferma, affermando che “nessuno possiede i fatti” e che ciò che può essere protetto dal copyright è la modalità espressiva, non i fatti in sé. La startup ha definito “fuorvianti” le accuse di News Corp, sostenendo che le organizzazioni mediatiche preferiscano mantenere un controllo monopolistico sui fatti di pubblico dominio, imponendo un “pedaggio” per il loro utilizzo. Pur difendendosi, Perplexity si è detta disposta a esplorare soluzioni collaborative, suggerendo la possibilità di un programma di condivisione dei ricavi, segno di apertura verso un dialogo costruttivo.

La diatriba tra le due aziende riflette un tema più ampio che sta coinvolgendo numerose aziende di intelligenza artificiale, accusate di sfruttare materiali protetti senza compensare adeguatamente autori e creatori di contenuti. Robert Thomson, CEO di News Corp, ha sottolineato che l’integrità e la collaborazione con i creatori di contenuti sono essenziali per lo sviluppo etico dell’intelligenza artificiale. In un panorama in rapida evoluzione, questa disputa sottolinea l’importanza di definire chiaramente i limiti tra copyright e utilizzo legittimo dei dati, evidenziando l’urgenza di stabilire standard chiari per proteggere sia l’innovazione che i diritti di chi crea contenuti.

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