L’Orchestra Sinfonica di Malmö ha assistito ad un evento che ha letteralmente fatto la storia. In Svezia, infatti, si è esibito un violoncellista d’eccezione. Si tratta di un robot che ha effettuato una propria esibizione da solista accompagnato. Si tratta di un evento unico che apre nuove possibilità alla collaborazione tra strumenti tradizionali e innovazioni robotiche. Il robot creato da Fredrik Gran è in grado di interpretare un pezzo scritto appositamente per l’occasione da Jacob Muhlrad, compositore contemporaneo.
Non si tratta di un robot nel senso più comune del termine. Piuttosto possiamo parlare di un sofisticato automa programmato per eseguire una partitura. Ciò lo distingue dai sistemi di intelligenza artificiale autonomi. Dunque, il robot non apprende in modo autonomo, ma segue uno spartito prestabilito.
L’esibizione sorprendente di un robot che suona il violoncello
Il particolare violoncellista è costituito da due bracci industriali, i cui componenti sono stati progettati e realizzati con stampa 3D. Ciò gli permette di adattarsi alle esigenze di uno strumento complesso come il violoncello. Suddetto innovativo sistema meccanico è stato configurato per riprodurre i movimenti necessari all’esecuzione del violoncello, sfruttando le braccia robotiche per mantenere il controllo dell’arco e della tastiera.
In tal modo sarà in grado di rispettare la precisione richiesta dalla musica classica. L’obiettivo del compositore è stato di trasmettere emozioni attraverso una macchina, creando così un apparente paradosso tra la freddezza della tecnologia e il calore dell’espressività musicale.
Secondo il compositore Muhlrad, il progetto apre una porta su nuove modalità di esecuzione strumentale. Ciò soprattutto per gli strumenti che richiedono una grande destrezza. Proprio come il violoncello. Grazie al robot, è possibile esplorare un modo alternativo di suonare il violoncello, senza i limiti imposti dalle caratteristiche fisiche umane. Muhlrad ci tiene però a sottolineare che tale tecnologia non è pensata per rimpiazzare i violoncellisti, ma per rappresentare uno strumento di ricerca che amplia il panorama delle possibilità espressive.