A pochi giorni dalle elezioni presidenziali del 2024, un’operazione di cyberspionaggio condotta da un gruppo di hacker affiliato alla Cina ha preso di mira le comunicazioni telefoniche di figure chiave nella corsa alla Casa Bianca, tra cui l’ex presidente Donald Trump e il suo candidato alla vicepresidenza, il senatore JD Vance. L’attacco, che sembra essere parte di una vasta campagna di intelligence, ha coinvolto Verizon, uno dei principali operatori di telecomunicazioni degli Stati Uniti, suggerendo una potenziale vulnerabilità nelle infrastrutture di comunicazione utilizzate dai candidati.
Le interferenze straniere nella politica americana
Secondo le autorità, anche il team elettorale della candidata democratica Kamala Harris sarebbe stato oggetto di tentativi di intrusione, sollevando preoccupazioni sull’impatto che queste azioni potrebbero avere sulla sicurezza nazionale e sullo svolgimento regolare delle elezioni. Gli hacker, appartenenti al gruppo noto come “Salt Typhoon“, sembrano avere mirato a raccogliere informazioni strategiche come la lista dei contatti principali di Trump e Vance, oltre alla frequenza e alla durata delle loro comunicazioni telefoniche. Per ora, non è chiaro se abbiano avuto accesso al contenuto specifico delle chiamate, anche se le fonti tendono a escludere questa eventualità.
Il possesso di questi dati rappresenta comunque un vantaggio per un attore come la Cina, che potrebbe utilizzarli per tentare di manipolare in modo mirato membri dell’entourage dell’ex presidente o pianificare ulteriori azioni attraverso tecniche di ingegneria sociale. In parallelo, l’attacco ha coinvolto anche figure non direttamente collegate alle campagne elettorali, il che evidenzia una portata più estesa dell’operazione e possibili implicazioni ancora da chiarire.
L’FBI e l’Agenzia per la Sicurezza delle Infrastrutture e della Cybersecurity (CISA) hanno confermato la gravità della minaccia e stanno collaborando con i principali operatori del settore per rafforzare le difese informatiche e mitigare i rischi.
Intanto, un rapporto di Microsoft conferma che attori stranieri come Cina, Russia e Iran stanno tentando di influenzare l’esito delle elezioni americane. Sebbene ciascuno segua obiettivi specifici, queste potenze condividono l’uso di strategie avanzate come campagne di disinformazione, deepfake e falsi siti di informazione. Mentre la Russia sembrerebbe favorire una vittoria di Trump, considerandolo meno ostile ai propri interessi in Ucraina, Cina e Iran mirano a danneggiare i candidati repubblicani, di cui temono posizioni dure in politica estera e commerciale.