Per realizzare ciò, Microsoft ha spiegato di aver impiegato diverse tecniche, fra cui l’elaborazione in parallelo (parallel processing), in modo da gestire diverse parti dell’aggiornamento nello stesso momento. A questo si aggiunge un utilizzo scalabile della memoria RAM ed è stata ottimizzata la lettura. Dopo la prima volta, i risultati vengono salvati e sono ritrovabili nella cache, così da poter essere usati più velocemente le successive volte. Delle modifiche che hanno permesso a Microsoft di offrire un servizio più rapido e necessario.
Microsoft ha attuato due test per verificare l’efficacia di quanto proposto. Nel primo esperimento, è stato preso in esame un PC ben manutenuto con gli aggiornamenti di sicurezza di marzo e la versione 22H2 di Windows 11 Enterprise, e il risultato è chiarissimo, dato che l’installazione è stata del 45,6% più veloce
. Sono stati ridotti anche i tempi per il riavvio (-39,7%) e il tempo di utilizzo del processore (-15,3%). Nel secondo test, invece, Microsoft ha valutato le prestazioni del nuovo sistema su un dispositivo che non veniva aggiornato da 18 mesi. I risultati sono stati quasi gli stessi del primo test, dato che ha impiegato il 43,6% del tempo in meno per l’installazione, il 33,5% di tempo in meno per il riavvio e ha usato per il 25% del tempo in meno il processore. Dei risultati davvero entusiasmanti per quanto riguarda Microsoft, che ha deciso di dare una marcia in più e di garantire agli utenti di Windows 11 un taglio netto nelle tempistiche di aggiornamento. Una svolta che di certo sarà apprezzata e che garantisce anche una rapidità necessaria per ciò che riguarda l’ultimo Windows 11.