Quanto è lontana la risoluzione della crisi della supply chain? Nonostante l’attenzione pubblica si sia spostata su temi come l’inflazione e l’aumento dei costi energetici, i dati di un nuovo studio di Reichelt Elektronik rivelano che le difficoltà di approvvigionamento. Queste continuano a colpire duramente le aziende italiane. Su un campione di 250 imprese del settore industriale, ben il 74% ha riportato di aver subito interruzioni significative o moderate. Come mai? A causa di colli di bottiglia lungo la catena di fornitura. Le conseguenze sono state subito così tangibili sulla produzione e sui costi aziendali. Il 48% delle aziende, infatti, ha addirittura sospeso la produzione per almeno venti giorni. La causa è stata la carenza di componenti essenziali come sensori, semiconduttori e pezzi di ricambio per macchinari.
A questa sfida si aggiunge l’aumento dei prezzi dei componenti critici. Tale aumento ha colpito il 70% delle imprese, amplificando ulteriormente le difficoltà economiche e la crisi. Un aspetto paradossale è che il rincaro dei costi percepito dalle aziende come un problema ancora più grave dei colli di bottiglia. Il sunto è un clima di incertezza sulla sostenibilità di molte produzioni.
Come reagiscono le aziende italiane a questa crisi prolungata? Secondo i dati, molte imprese stanno adottando strategie diversificate per affrontare le sfide attuali. Tra queste, emerge la tendenza a garantire la disponibilità a lungo termine dei componenti critici fin dalle prime fasi di sviluppo del prodotto, con un 40% delle aziende che sta rivedendo i propri progetti e, in alcuni casi, rimuovendo dal catalogo prodotti troppo dipendenti da componenti costosi.
A lungo termine, le aziende puntano sempre più su regionalizzazione e diversificazione delle fonti. Reichelt Elektronik evidenzia che il 32% delle imprese ha già iniziato a lavorare con fornitori regionali per limitare la dipendenza dalle dinamiche internazionali. Il 44% ha invece ampliato la propria rete di fornitori. Sebbene i problemi persistano, il 48% delle aziende si dice fiducioso in un miglioramento nei prossimi mesi, segno che queste strategie potrebbero rappresentare una via d’uscita verso una supply chain più solida e resiliente.