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COP29: la sfida della transizione energetica verso il rinnovabile

I combustibili fossili, come gas naturale, petrolio e carbone, continuano a rappresentare una delle principali fonti di inquinamento e di emissioni di gas serra. Quando bruciamo queste risorse, immettiamo nell’atmosfera enormi quantità di anidride carbonica e altri gas tossici, come metano e ossidi di azoto. Questi elementi sono i principali responsabili del riscaldamento globale, un problema sempre più urgente per il nostro pianeta.

 

L’urgenza di energia rinnovabile, ma senza risultati concreti

Ma oltre a inquinare, i combustibili fossili sono anche risorse finite. Con il loro esaurimento, potremmo trovarci di fronte a una crisi energetica seria. È proprio per questo che è diventato fondamentale spostarsi verso fonti di energia rinnovabile, come il solare e l’eolico. La COP29, che si svolgerà a Baku, si propone di affrontare queste tematiche, tra cui la necessità di ridurre la produzione di energia fossile e di offrire supporto ai Paesi in via di sviluppo. La conferenza rappresenta un’opportunità per rafforzare il “Dubai Consensus”, un accordo raggiunto alla COP28, dove quasi tutti i Paesi si sono impegnati a diminuire la loro dipendenza dai combustibili fossili.

Tuttavia, a pochi giorni dall’inizio della COP29, i risultati concreti della transizione sono ancora limitati. Molti Paesi hanno rilasciato nuove licenze per l’esplorazione di petrolio e gas, contribuendo a potenziali emissioni di carbonio stimate in oltre 2 miliardi di tonnellate. La Russia, per esempio, ha emesso il numero più alto di licenze, generando quasi 90 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Anche gli Emirati Arabi Uniti e la Gran Bretagna, che aveva dichiarato di voler dire addio al carbone, non sono da meno, avendo concesso nuove licenze per l’esplorazione.

Un caso particolare è quello del Mozambico, che ha rilasciato licenze con emissioni stimate di oltre 716 milioni di tonnellate di CO2. E mentre l’Azerbaijan si prepara ad accogliere la COP29, continua a investire nelle sue risorse fossili, aumentando la produzione di gas. Tutti questi dati rivelano una preoccupante discrepanza tra le promesse fatte a livello internazionale per ridurre le emissioni e le azioni reali intraprese da vari Paesi. È chiaro che il cammino verso un futuro sostenibile è ancora lungo e complicato.

 

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Pubblicato da
Margherita Zichella