All’inizio degli anni 2000, il Giappone era uno dei protagonisti nel settore delle auto elettriche, uno dei Paesi più importanti, ora sappiamo tutti chi ha sconfitto i suoi competitor. La Cina ha sbaragliato la concorrenza e ha preso il comando. Durante un recente seminario organizzato dall’Ufficio Centrale per l’Economia e il Commercio giapponese, oltre 70 aziende di componentistica si sono riunite per studiare il segreto del successo cinese. Come fanno le case automobilistiche cinesi, in particolare BYD, a produrre veicoli elettrici a prezzi così bassi? Qual è il loro metodo, la loro strategia per il guadagno?
Lo smontaggio della BYD Atto 3 ha rivelato alcune risposte cruciali a riguardo. BYD produce internamente la maggior parte dei componenti chiave, compreso il sistema “E-Axle”. Tale sistema integra motore, inverter, trasmissione e monitoraggio della batteria. Questo approccio riduce drasticamente i costi di produzione. Il fatto poi che la batteria rappresenti oltre un terzo del costo delle auto elettriche rende la scelta di BYD di produrre in proprio molti altri componenti ancora più vantaggiosa. Ciò le permette alla casa di offrire alla clientela SUV elettrici a circa 30.000 dollari
in Giappone. Parliamo di un prezzo altamente competitivo, che nessuno riesce ad eguagliare. I partecipanti giapponesi, pur riconoscendo che la qualità cinese differisce dagli standard nipponici, non possono ignorare che il mercato sembra premiare i veicoli più economici.I numeri parlano da soli. Nei primi otto mesi del 2024, Toyota ha venduto 6,6 milioni di veicoli, ma solo l’1,5% erano auto elettriche. Nel frattempo, BYD ha venduto oltre 300.000 unità della sola Atto 3 nel primo anno di lancio, con successo anche in Europa. BYD si è affermata come il secondo produttore mondiale di batterie per veicoli elettrici. La società ha roccato una quota di mercato globale del 16,4%. Il Giappone riuscirà a chiudere questo divario tecnologico? Il seminario ha evidenziato che è necessario ripensare la strategia se si vuole vincere. Forse il futuro del settore richiederà una maggiore integrazione della produzione e una revisione delle politiche di prezzo.