googleEra stato scovato un intoppo nel sistema di riconoscimento facciale dei dispositivi Google Pixel 9. Il limite condiviso da molti altri dispositivi riguarda la fatica a funzionare correttamente in condizioni di scarsa illuminazione. Un intoppo particolarmente fastidioso, e condiviso da molti marchi. Sembra però che ora Google stia lavorando ad una soluzione definitiva per superare tale limitazione.

A riportare tale notizia è Android Authority. La notizia riportata suggerisce anche che suddetta soluzione apparirà sui nuovi Pixel 11, potenziati dal chip Tensor G6. Nello specifico, i dispositivi potrebbero includere un sensore a infrarossi montato sotto lo schermo. Con tale aggiornamento potrebbero intervenire nuove possibilità per il riconoscimento facciale, garantendo l’efficacia del sistema anche al buio.

Google interviene sul riconoscimento facciale

L’ipotesi di un sensore IR sotto il display non è una certezza confermata. Inoltre, non si conosce ancora con precisione l’esatto scopo di tale tecnologia. È ipotizzabile che l’obiettivo sia migliorare la funzionalità del riconoscimento facciale in condizioni di scarsa luce. Se tale cambiamento dovesse diventare realtà, Google potrebbe riportare in auge un sistema simile a quello che aveva già introdotto con il Pixel 4.

Quel modello, infatti, disponeva di una configurazione avanzata per il riconoscimento facciale che includeva un “flood illuminator” e due telecamere a infrarossi. Dettagli che garantivano un funzionamento impeccabile anche al buio. La rimozione del notch e il passaggio alla fotocamera frontale “punch-hole” avevano però comportato la perdita di tali sensori.

Al momento, non è chiaro se l’implementazione di un sensore a infrarossi comporterà qualche compromesso. Tra cui, ad esempio, potrebbe essere presentata una modifica estetica sulla parte anteriore del dispositivo Google. Le indiscrezioni suggeriscono che la fotocamera frontale potrebbe passare da un “punch-hole” a una soluzione a “pillola”. Quest’ultima però potrebbe risultare leggermente più invasiva. Resta da vedere se tale cambiamento verrà accolto positivamente dagli utenti o se susciterà critiche per l’impatto sul design.

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