Iliad

Di recente, il Giurìdell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) ha accolto alcune segnalazioni di WindTre contro Iliad, ordinando la rimozione di alcune pubblicità considerate fuorvianti. Le principali questioni contestate riguardano la proposta di acquisto a rate di dispositivi come l’iPhone 16 tramite finanziamento Younited Pay e l’offerta mobile Iliad Giga 120. WindTre ha denunciato incongruenze tra quanto comunicato sul sito di Iliad e le condizioni reali proposte agli utenti. Una discrepanza che avrebbe generato confusione nei clienti.

Le contestazioni sull’offerta Giga 120 di Iliad

Nello specifico, Iliad promuoveva il finanziamento Younited Pay per l’iPhone16 con una durata di 20 mesi. Il tutto senza anticipo e senza interessi, presentando una rata mensile di 39,16€. Le condizioni presenti nell’area clienti indicavano un termine di 25 mesi, con obbligo di sottoscrivere un nuovo contratto per un altro smartphone o prolungare il pagamento per raggiungere la cifra di listino. Questa variazione delle condizioni non era chiara a molti clienti. I quali si sono ritrovati a dover affrontare un costo complessivo maggiore rispetto alle promesse iniziali. WindTre ha sostenuto che tali discrepanze violavano l’articolo 2 del Codice dell’Autodisciplina Pubblicitaria. Quest’ ultimo vieta dichiarazioni che possono indurre in errore i consumatori.

La seconda contestazione riguarda l’offerta mobile Iliad Giga 120, che prometteva minuti e SMS illimitati. Oltre a 120GB di traffico dati a 7,99€ mensili. WindTre ha fatto notare che, contrariamente alla comunicazione sul sito, l’offerta non era disponibile per tutti. In particolare, secondo l’accusa, Iliad impediva ai suoi utenti con piani superiori a 7,99€ di accedere a questa tariffa, di fatto limitando l’opzione di cambio piano. WindTre ha prodotto testimonianze di clienti Iliad che, tentando di passare alla Giga120, avevano trovato un messaggio che definiva l’offerta già attiva come la più vantaggiosa. Impedendo così il passsggio verso un piano meno costoso.

Il Giurì ha ritenuto che anche questo caso violasse l’articolo 2 del Codice dell’Autodisciplina Pubblicitaria. Dato che l’offerta risultava meno trasparente e ingannevole rispetto a quanto comunicato. Tale sentenza obbliga Iliad a correggere le informazioni riportate sul proprio sito. Ciò al fine di garantire maggiore chiarezza e trasparenza verso i consumatori. La decisione ha creato un acceso dibattito tra i due operatori, portando alla luce una crescente tensione nel settore delle telecomunicazioni. Dove gli utenti chiedono sempre più chiarezza e correttezza nelle informazioni fornite.

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