Microsoft lancia accuse pesanti contro Google, sostenendo che il gigante di Mountain View stia orchestrando una campagna segreta per screditare il suo cloud. In un raro attacco pubblico, Rima Alaily, vice consigliera generale di Microsoft, ha denunciato sul blog aziendale che Google sta per attivare un gruppo “astroturf” per mettere in cattiva luce la compagnia di Redmond presso autorità e politici. Alaily spiega che Google si nasconderebbe dietro questa nuova organizzazione, mantenendo le distanze e coinvolgendo alcuni cloud provider europei come volto pubblico, ma senza rivelare il proprio ruolo di controllo e finanziamento.
Microsoft accusa Google, e viceversa
Le tensioni tra i due colossi non sono nuove, ma questo attacco arriva in un momento di particolare scontro, circa un mese dopo il reclamo presentato da Google alla Commissione Europea. Google accusa Microsoft di pratiche anticoncorrenziali, in particolare di ostacolare i clienti europei che desiderano trasferire i loro carichi di lavoro su cloud concorrenti. Microsoft, infatti, vincolerebbe l’uso di Azure al sistema operativo Windows Server, che domina il mercato con il 70% di quota, applicando un sovrapprezzo a chi opta per altri provider cloud. Secondo Google, questo rincaro può arrivare al 400% per i clienti che scelgono servizi diversi da Azure, mentre l’uso di Windows Server su Azure non comporterebbe costi aggiuntivi.
Microsoft difende la propria politica, affermando che è naturale far pagare un servizio cloud che include la sua proprietà intellettuale, sottolineando come il costo sia giustificato per chi ha acquistato Windows Server per un utilizzo su server privati e intenda ora impiegarlo su infrastrutture concorrenti.
Non è la prima volta che Microsoft è sotto i riflettori dell’Unione Europea: nel 2022, il CISPE, un gruppo di provider cloud europei, aveva denunciato Microsoft per pratiche anticoncorrenziali, salvo poi raggiungere un accordo che portò al ritiro della denuncia. Google ha accusato Microsoft di aver “comprato il silenzio” del CISPE, mentre Redmond sostiene che Google offrì al CISPE una somma pari a mezzo miliardo di dollari per mantenere la denuncia, invano.
Solo uno specchietto per le allodole?
Microsoft vede nelle mosse di Google una reazione al crescente numero di accuse di monopolio che l’azienda sta affrontando. Secondo Alaily, Google cerca di deviare l’attenzione dai propri problemi normativi, screditando Microsoft e tentando di influenzare il quadro regolatorio a proprio favore, evitando così di competere sui meriti. L’astroturfing, afferma Microsoft, sarebbe coordinato da un’agenzia ingaggiata in Europa con il compito di reclutare piccoli provider europei per una campagna contro Microsoft.