L’ANFIA ha espresso forte preoccupazione per il recente taglio di 4,6 miliardi di euro dal Fondo automotive. La mossa non è soltanto inaspettata, tanto da agitare i membri dell’associazione, ma anche parecchio pericolosa per tutto il settore. Creare questo fondo solo due anni fa era stato un passo essenziale per supportare la transizione ecologica e digitale del settore automobilistico italiano ed era stato ovviamente ben accolto. Ridurre drasticamente le risorse destinate al settore rischia di frenare invece la trasformazione già non velocissima. Il fondo, secondo ANFIA, è vitale per la competitività del Paese.
L’associazione sottolinea come l’automotive sia il principale comparto manifatturiero italiano. Ci sono ben oltre 270.000 lavoratori e un fatturato di 100 miliardi di euro. Si chiede, dunque, come sarà possibile affrontare la transizione ecologica se vengono sottratti fondi essenziali. Il taglio, sostiene ANFIA, rappresenta un “fulmine a ciel sereno“. Il gesto contraddice il lavoro svolto dal Governo in Europa per migliorare la regolamentazione del settore. Non è la prima volta che vengono apportati tagli al Fondo, ma la cosa più sconvolgente è la portata di questa riduzione. La cifra appare inaccettabile agli occhi dell’associazione, che teme un grave danno non solo per le imprese, potrebbe ripercuotersi anche sui lavoratori e l’intero indotto.
Le preoccupazioni di Motus-E per il settore automotive
Anche Motus-E, l’associazione che promuove la mobilità elettrica, ha manifestato stupore e preoccupazione per la decisione del Governo. Tagliare l’80% delle risorse già stanziate rischia di compromettere il futuro della filiera, proprio in un momento cruciale per l’evoluzione tecnologica. Motus-E condivide lo sconcerto dell’intera industria e si domanda: come può l’Italia competere a livello europeo e globale senza un chiaro sostegno governativo?
La decurtazione dei fondi, secondo Motus-E, potrebbe generare incertezza e bloccare gli investimenti necessari per preservare la competitività del settore automobilistico. L’associazione spera che il Governo torni sui suoi passi, auspicando un dialogo aperto con tutte le parti interessate per evitare che questo taglio crei danni irreparabili al settore. Non è il momento di privare il settore di risorse strategiche, concludono. Che futuro attende l’automotive italiano senza il necessario supporto istituzionale?