Taglio al Fondo Automotive: addio agli incentivi per il 2024?

La decisione del Governo di ridurre il Fondo Automotive di 4,6 miliardi di euro ha generato un forte sconcerto, specie tra le associazioni di settore che speravano in incentivi concreti per sostenere la transizione ecologica. È una scelta che pesa su chi pensava di cambiare auto e il futuro degli incentivi resta incerto. Il taglio, che rappresenta circa l’80% dell’intero fondo, lascia infatti pochissime risorse a disposizione per agevolazioni come l’Ecobonus.

La delusione è palpabile, specie considerando che, appena pochi mesi fa, il ministro Urso dichiarava un piano di incentivi triennale per sostenere l’acquisto di auto a basse emissioni e l’evoluzione della filiera. E ora? Nessuno sembra aver previsto una svolta tanto drastica. I commenti dei rappresentanti del settore non si sono fatti attendere. Critiche sottolineano come senza investimenti pubblici adeguati il passaggio alle auto elettriche per molti italiani rischia di rimanere un sogno irrealizzabile.

Ora niente più incentivi? Come andrà il settore?

La questione si complica ulteriormente se si guarda alle scadenze europee. Secondo le parole dello stesso ministro Urso, il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal 2035 richiede massicci investimenti, tanto pubblici quanto privati. Questa riduzione delle risorse suggerisce una frenata sul fronte degli incentivi pubblici all’acquisto di veicoli green, destinando invece i fondi rimanenti alla produzione e alla componentistica nazionale, un settore che il Governo ritiene strategico per il Made in Italy. Resta però un interrogativo: è questa la direzione giusta per rispondere alle sfide imposte dalla transizione energetica?

La notizia è particolarmente amara per chi sperava di usufruire dei fondi per la fascia 61-135 g/km di CO2, recentemente esauriti. Gli incentivi per le auto elettriche erano finiti già da tempo e adesso solo i veicoli ibridi plug-in possono ancora godere di qualche incentivo. Intanto, sullo sfondo, si infiamma il dibattito sull’adeguamento delle scadenze green europee e sulla possibile anticipazione della clausola di revisione del Green Deal, un tema su cui l’Italia intende far sentire la propria voce. Insomma, il settore automotive è in fermento e il taglio al Fondo alimenta dubbi sul futuro della mobilità in Italia.

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