Con l’approvazione del Decreto Legge Infrazioni, l’Italia ha ufficialmente abolito l’obbligo del bollino SIAE sui supporti fisici come CD, DVD e vinili. Questo contrassegno, introdotto negli anni Ottanta per combattere la pirateria musicale e audiovisiva, era diventato un simbolo distintivo che garantiva l’autenticità dei prodotti e il rispetto delle royalties per autori ed editori. Tuttavia, con il passaggio al digitale e la crescente diffusione di piattaforme di streaming, l’efficacia e la necessità di tale bollino sono stati messi in discussione. Ora, l’abolizione di questo vincolo rappresenta una svolta, segnando un adattamento alla nuova era del consumo musicale.
Finisce l’era del bollino SIAE
La decisione è stata accolta con entusiasmo dalla Federazione dell’Industria Musicale Italiana (FIMI), che da anni richiedeva la rimozione di un obbligo ritenuto ormai obsoleto. Per le case discografiche, infatti, il bollino SIAE si era trasformato in un costo aggiuntivo e in un limite burocratico che frenava la circolazione dei prodotti legali, ostacolando la competitività del settore in un mercato sempre più orientato verso il digitale.
Anche la Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) ha accolto positivamente il cambiamento. Matteo Fedeli, direttore generale della SIAE, ha sottolineato come la rimozione del bollino possa rappresentare un’opportunità per la SIAE di evolversi, spostandosi verso servizi digitali e puntando a offrire valore in un contesto di mercato dove le opere si fruiscono prevalentemente online. La SIAE sta già esplorando nuove modalità di protezione dei diritti d’autore adatte all’ambiente digitale, confermando un impegno volto a rispondere alle esigenze di un settore in rapida trasformazione.
Questa svolta legislativa apre nuove prospettive anche per il rilancio del mercato discografico fisico in Italia. Senza l’onere del bollino, le aziende potranno puntare su edizioni speciali e prodotti collezionabili, attirando così un pubblico di appassionati e favorendo la circolazione legale a costi ridotti. Il Decreto Legge Infrazioni segna dunque un passaggio cruciale per l’industria musicale italiana, allineandola con i cambiamenti dell’era digitale e permettendo una maggiore agilità per le aziende del settore, ormai pronte a muoversi in un contesto sempre più orientato verso l’innovazione e la competitività internazionale.