Il meccanismo dell’energy release offre non solo un’agevolazione immediata. Comprende anche l’opportunità di contribuire alla transizione energetica del Paese. L’accordo prevede che le aziende che usufruiscono di tale opzione si impegnino a restituire l’agevolazione. Ciò sarà possibile realizzando impianti per la produzione di energia rinnovabile. Quest’ultimi potranno essere di nuova costruzione. In alternativa, sono compresi anche impianti già esistenti su cui intervenire con potenziamenti o ammodernamenti. C’è solo una condizione. Devono presentare una capacità minima
di 200 kW.Suddetto programma rappresenta uno scambio utile tra lo Stato e le imprese ad alto consumo energetico. Quest’ultime ricevono un aiuto per sostenere i costi energetici per almeno tre anni, e in cambio si impegnano a sviluppare impianti di energia rinnovabile. Ciò avverrà entro tempi stabiliti.
Il decreto è già entrato in vigore. Quest’ultimo rappresenta il quadro normativo entro cui si sviluppa l’intera operazione. La procedura di assegnazione, che dovrebbe partire entro il 15 novembre, coinvolgerà determinate imprese. Ovvero quelle iscritte nell’elenco del CSEA (Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali) come ad alto consumo energetico. Le aziende dovranno procedere entro 60 giorni dall’apertura del bando manifestando il proprio interesse. Nel dettaglio, dovranno specificare il volume di energia richiesto. Una volta assegnata l’agevolazione, le imprese coinvolte hanno fino a 40 mesi per realizzare e mettere in funzione i nuovi impianti di produzione rinnovabile.