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Dazi sulle auto cinesi: investimenti bloccati, cosa rischia l’Italia?

I dazi europei sulle auto elettriche cinesi, che possono raggiungere il 45,3%, hanno spinto Pechino a reagire duramente. La richiesta del Ministero del Commercio Cinese a colossi come BYD, Geely e Saic di sospendere gli investimenti in Europa è arrivata tempestivamente. Ma cosa significa per l’Italia e il resto dell’Unione Europea?

È chiaro che la Cina sta cercando di mettere pressione sugli Stati membri. Vuole spingerli a riconsiderare il sostegno alle sanzioni. Con una decisione strategica, i produttori cinesi stanno puntando su mercati più favorevoli, come India e Turchia, lasciando l’Europa in difficoltà. Basterà questo a far cambiare rotta a Bruxelles? I dazi sin da subito hanno creato parecchi dubbi, ancor prima che ne si stabilissero le cifre precise. Pare che le previsioni negative si siano avverate portando a conseguenze sul tutto il mercato. In molti hanno chiesto di riconsiderare la mossa, ma senza evidentemente effetto. Ed ora, cosa accadrà?

Il caso italiano: dazi portano allo stop a Dongfeng

In Italia, la notizia ha colpito duramente un settore già fragile. Il blocco degli investimenti ha congelato la partnership tra Dongfeng

e il nostro comparto automotive, un’alleanza che avrebbe potuto rilanciare la filiera nazionale. Ora, con le nuove restrizioni finanziarie del 2025 e i tagli da 4,6 miliardi, la situazione appare sempre più critica. Il Paese puntava molto su questi investimenti, ma i dazi hanno rovinato ogni piano per il futuro.

Cosa accadrà ora al mercato dell’auto nostrano già in crisi con i dazi? L’Italia ha il peso di un settore che da anni fatica a competere a livello internazionale. Senza il sostegno di nuovi investimenti, la possibilità di un rilancio sembra allontanarsi sempre più. Le case cinesi stanno dirottando le loro risorse altrove e l’Europa rischia di perdere un’opportunità chiave per la transizione elettrica. Ma è possibile che, senza la collaborazione con questi giganti, l’industria europea possa reggere il confronto con altre potenze globali? Probabile. Un futuro non roseo ci aspetta?

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Pubblicato da
Rossella Vitale