Reaction Engines, pioniera nell’innovazione aerospaziale e leader nello sviluppo di motori ipersonici, ha dichiarato bancarotta e avviato l’amministrazione controllata. Questa notizia ha colto di sorpresa il settore, considerando la sua storia trentacinquennale di innovazioni tecnologiche. Fondata da Alan Bond, ingegnere capo del Progetto Daedalus per la British Interplanetary Society, l’azienda era nota soprattutto per il suo rivoluzionario motore SABRE, capace di combinare l’efficienza di un motore a reazione con la potenza di un razzo.
Con il motore SABRE, Reaction Engines aveva aperto prospettive straordinarie per l’aeronautica e la tecnologia spaziale, coinvolgendo partner di rilievo come BAE Systems, Boeing e Rolls-Royce, i quali avevano mostrato grande interesse per le applicazioni militari, industriali e persino automobilistiche del sistema. In particolare, SABRE, dotato di un avanzato sistema di raffreddamento a idrogeno liquido, prometteva di spingere i velivoli a velocità ipersoniche, aprendo la strada a nuove possibilità nel trasporto e nella difesa.
Nonostante i suoi successi tecnologici, l’azienda ha affrontato gravi difficoltà economiche negli ultimi anni. La crescita rallentata e l’impossibilità di assicurarsi ulteriori 150 milioni di sterline di finanziamento hanno messo in crisi Reaction Engines, soprattutto dopo il ritiro del sostegno finanziario di BAE Systems e Rolls-Royce. Le conseguenze sono state immediate e drammatiche: gran parte dei suoi 208 dipendenti è stata licenziata, mentre il programma britannico da 1 miliardo di sterline per lo sviluppo del primo missile ipersonico, noto come HTCDF, ha subito un colpo quasi fatale. La perdita della tecnologia SABRE non solo ha arrestato i progressi del programma, ma ha obbligato il governo a esplorare rapidamente nuove alternative.
Ora, la gestione della liquidazione è nelle mani di PricewaterhouseCoopers, con Sarah O’Toole come amministratrice. La vicenda segna un triste epilogo per un’azienda che aveva puntato a rivoluzionare il settore aerospaziale. La chiusura di Reaction Engines solleva interrogativi sul futuro della tecnologia ipersonica nel Regno Unito, evidenziando le sfide e i rischi di un settore estremamente competitivo e complesso.