La ricarica bidirezionale, o tecnologia vehicle-to-grid (V2G), promette di trasformare le auto elettriche in veri e propri accumulatori di energia per la rete elettrica. Mentre sono ferme, le batterie dei veicoli elettrici potrebbero restituire l’energia. In tal modo andrebbero ad alleviare la domanda energetica. Potrebbe essere una vera svolta per il sistema energetico europeo. Ci sarebbero, si stima, risparmi superiori ai 100 miliardi di euro in dieci anni. Lo studio condotto da Fraunhofer ISI e ISE per Transport & Environment rivela che tale tecnologia potrebbe persino ridurre il fabbisogno energetico dell’UE del 9% entro il 2040. E nel nostro Paese? In Italia si arriverebbe addirittura del 18%. Ciò si tradurrebbe in minori costi per l’intera rete, stimati in oltre 22 miliardi di euro annui nel 2040. Ma cosa frena il pieno sviluppo di questa opportunità?
La diffusione della ricarica bidirezionale è però limitata da una normativa inadeguata. Mancano standard comuni che garantiscano l’interoperabilità tra tutti i veicoli elettrici e le infrastrutture di ricarica. Andrea Boraschi di T&E Italia sottolinea che solo con uno standard UE si potrà davvero liberare il potenziale del V2G. Perché non cogliere questa opportunità per i consumatori e per l’ambiente? La standardizzazione
consentirebbe di aumentare la capacità solare fotovoltaica integrabile nella rete europea del 40%. In Italia si potrebbe raggiungere il 47%, riducendo di fatto la necessità di ulteriori sistemi di accumulo. Ma la bidirezionalità stresserebbe le batterie? Secondo gli esperti, al contrario: mantenendo un livello di carica ottimale, si potrebbe addirittura prolungare la vita delle batterie fino al 9%.La ricarica bidirezionale può generare anche un ritorno economico per gli automobilisti. Permettendo di assorbire energia nei momenti di basso costo, come durante la produzione domestica da pannelli solari, i conducenti di veicoli elettrici potrebbero risparmiare fino al 52% sulla propria bolletta elettrica, con un risparmio annuale stimato fino a 780 euro. L’investimento richiesto è contenuto: una wallbox bidirezionale costa circa 100 euro in più rispetto alle tradizionali. Alla luce di questi dati, la ricarica bidirezionale sembra offrire vantaggi per consumatori, ambiente e rete. Senza regole chiare riuscirà a decollare?