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Scienziati svedesi trasformano la seta in un generatore di energia

Un gruppo di scienziati della Chalmers University of Technology in Svezia ha sviluppato un innovativo tessuto che trasforma la seta comune in un generatore di elettricità grazie alla termoelettricità. L’idea è di sfruttare le differenze di temperatura, come quella tra il corpo umano e l’ambiente, per generare energia. Questo concetto, benché ancora lontano dall’essere pronto per applicazioni pratiche, apre scenari interessanti: in futuro, si potrebbero alimentare sensori direttamente dai tessuti, senza necessità di batterie, o persino immaginare vestiti in grado di ricaricare dispositivi elettronici.

 

Il progetto del tessuto energetico intelligente

Il progetto ha compiuto un passo importante, creando un semiconduttore polimerico organico, atossico e resistente, adatto all’uso sui tessuti. A differenza dei semiconduttori inorganici che, pur essendo più stabili, contengono spesso elementi tossici, il materiale sviluppato in Svezia è lavabile, pieghevole e adatto al contatto con la pelle. Ha resistito a vari cicli di lavaggio, sebbene con un aumento della resistenza elettrica, un compromesso considerato accettabile dagli scienziati.

Sono stati creati due prototipi: un bottone termoelettrico e un tessuto cucito con questo filo speciale. Il tessuto, con una conduttività di 13 S/cm, rimane distante dai semiconduttori inorganici tradizionali, ma rappresenta comunque un risultato significativo

per un materiale organico. Il pezzo più grande ha generato 0,67 microwatt, con prestazioni stabili per 10 giorni ma leggermente ridotte dopo tre mesi, mentre il bottone ha prodotto 20 nanowatt con una durata di 41 settimane.

La generazione di elettricità, però, richiede una differenza di temperatura tra due punti del materiale. Nei test, è stato applicato un delta di 70 gradi kelvin, con la fonte di calore teoricamente a circa 95 °C, una condizione irrealistica per l’uso quotidiano. In altri esperimenti, tuttavia, è stato raggiunto un output di 6 millivolt con una differenza di 30 °C, un valore che potrebbe teoricamente alimentare piccoli dispositivi elettronici se abbinato a un convertitore di tensione.

 

Un futuro promettente

Nonostante le sfide nella produzione e il tempo richiesto per la cucitura manuale, gli scienziati vedono un futuro promettente per questo materiale, immaginando un processo produttivo automatizzato che potrebbe rendere accessibili tessuti energetici intelligenti per il monitoraggio della salute e altre applicazioni innovative.

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Pubblicato da
Margherita Zichella