Il crescente problema dei detriti spaziali sta diventando una minaccia concreta per la sicurezza delle operazioni in orbita e preoccupa sempre più le agenzie spaziali. Con l’incremento di frammenti orbitanti, ogni oggetto, anche il più piccolo, può trasformarsi in un proiettile che mette a rischio satelliti e missioni. Si stima che attorno alla Terra fluttuino almeno 40.000 detriti maggiori di 10 centimetri, oltre a milioni di frammenti più piccoli, che sfrecciano a velocità fino a 30.000 chilometri orari.
Il problema dei detriti in orbita e la soluzione di Tu Graz
In questo scenario, la ricerca di nuove tecnologie per monitorare e, eventualmente, ridurre il numero di detriti è diventata una priorità. I ricercatori del TU Graz, in Austria, hanno sviluppato una soluzione promettente: una tecnologia che unisce il telerilevamento laser satellitare (SLR) a modelli avanzati del campo gravitazionale terrestre. Questo approccio permette di tracciare gli oggetti nello spazio con una precisione al centimetro, fornendo un quadro più chiaro e dettagliato della loro posizione. La tecnologia si basa su una rete di stazioni SLR che emettono raggi laser verso satelliti dotati di retroriflettori. Misurando il tempo di andata e ritorno del laser, è possibile calcolare con estrema precisione la posizione dei detriti in orbita. Grazie a questi dati, gli scienziati possono prevedere le traiettorie degli oggetti con maggiore accuratezza, tenendo conto delle variazioni nel campo gravitazionale terrestre, influenzato dalla distribuzione di grandi masse come oceani e montagne.
Per supportare ulteriormente la comunità scientifica, il TU Graz ha messo a disposizione il software GROOPS, sviluppato per gestire e interpretare i dati raccolti. Il software permette una combinazione efficiente tra modelli orbitali e misurazioni SLR, aprendo nuove possibilità di calcolo per una vasta gamma di applicazioni.
Questa tecnologia non solo migliora il tracciamento dei detriti, ma promette anche di potenziare la precisione delle operazioni satellitari, delle attività di navigazione spaziale e di molteplici progetti scientifici che richiedono un posizionamento accurato. Parallelamente, per arginare il problema dei detriti, sono in fase di studio nuove strategie. Astroscale, con la missione ADRAS-J, ha già avviato una sperimentazione per il recupero di detriti in orbita, studiando la possibilità di agganciare e rimuovere grandi frammenti. Altri ricercatori valutano tecnologie laser in grado di deviare i detriti verso orbite in cui possano naturalmente disintegrarsi rientrando nell’atmosfera.