L'Europa prende seriamente la sua decarbonizzazione, ma gli investimenti necessari sono molti e devono essere usati con intelligenza.

L’Unione Europea ha aperto un nuovo capitolo nella sua politica industriale, lanciando il “Made in EU” per le tecnologie verdi, un progetto ambizioso che mira a sviluppare una filiera interna dedicata alla decarbonizzazione. L’obiettivo è sostenere la produzione di tecnologie essenziali per contrastare il cambiamento climatico, a partire dai pannelli solari e altre soluzioni green. Con il Green Deal, l’Unione ha infatti trasformato quella che era una priorità ambientale in una strategia economica fondamentale per la sua competitività.

 

Gli investimenti necessari per il “Made in EU” green

Il rapporto recentemente pubblicato da Mario Draghi ha aggiunto valore al dibattito sugli investimenti necessari per questa transizione. Già quattro anni fa, il dottor Frank Umbach aveva sottolineato il rischio di non stanziare fondi sufficienti per il piano di decarbonizzazione europeo, suggerendo che una trasformazione efficace avrebbe richiesto finanziamenti robusti, consenso pubblico e cooperazione internazionale. Ora, nuovi studi, tra cui l’analisi del think tank Transport & Environment (T&E), offrono dettagli concreti sulle risorse economiche necessarie.

Secondo T&E, il settore dei trasporti, uno dei più inquinanti, richiederà investimenti per circa 39 miliardi di euro all’anno fino al 2030 per convertire la propria infrastruttura a modelli sostenibili. Oggi, i governi europei spendono circa 42 miliardi all’anno per sostenere trasporti basati su combustibili fossili; una cifra che T&E suggerisce di ridistribuire verso soluzioni a emissioni zero, come veicoli elettrici e carburanti green. Questo cambiamento potrebbe aprire la strada a investimenti privati, che secondo le stime potrebbero raggiungere i 271 miliardi annui, portando il totale degli investimenti annui per la tecnologia verde a 310 miliardi entro il 2030.

La transizione richiederà anche un miglioramento delle reti elettriche per rispondere alla crescente domanda di energia. In previsione di un aumento delle auto elettriche, T&E suggerisce di raddoppiare gli attuali investimenti annuali nelle reti, dai 36 miliardi attuali a 67 miliardi entro il 2050, modernizzando al contempo la rete di dispacciamento energetico. Questa svolta nel settore energetico rappresenta un’opportunità per l’Europa di consolidare la propria autonomia industriale e di incrementare la competitività globale, creando al contempo un ambiente più sostenibile.

 

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