Ridurre le emissioni di CO2 provocate dai veicoli. Più volte abbiamo parlato di questo tema piuttosto complesso, ma su cui i costruttori del settore automotive non possono fare altro che basare le proprie strategie future. Oggi ne parliamo nuovamente perché la casa automobilistica Suzuki ha deciso di unirsi al pooling del costruttore Volvo dicendo però addio a quello con Toyota.
Non a caso, dunque, la decisione della casa automobilistica Suzuki di cambiare la propria strategia in merito alla gestione delle emissioni è arrivata anche alla Commissione Europea. Scopriamo insieme maggiori dettagli sulla nuova decisione e sulle conseguenze che ne derivano.
Emissioni: Suzuki entra nel pool di Volvo
Avviare strategie migliori al fine di rispettare determinati parametri e, di conseguenza, giungere a nuovi obiettivi sembra essere prerogativa della casa automobilistica giapponese.
Non dimentichiamo che il pooling è uno strumento a cui i costruttori del settore automotive possono ricorrere per unire le proprie flotte di veicoli al fine di soddisfare i limiti delle emissioni e, di conseguenza, evitare di dover fare i conti con il pagamento di eventuali multe.
Come anticipato, dunque Suzuki abbandona la casa automobilistica Toyota e sceglie la svedese Volvo. Ma quale sarebbe il motivo di tale cambiamento? Secondo quanto diffuso, la decisione deriverebbe proprio dal peso nettamente superiore delle auto elettriche sulle vendite del pool del costruttore Volvo. Non dimentichiamo, inoltre, che i due costruttori collaborano già da tempo e nel corso degli anni hanno stretto diverse partnership indispensabili per portare a termine progetti innovativi.
Dunque, il pool con Volvo consente certamente alla casa automobilistica Suzuki di abbassare il livello medio di emissioni delle suoi veicoli evitando le multe che l’Unione Europea eroga nel caso in cui il costruttore non rispetta i limiti imposti. Non ci resta pertanto che attendere ulteriori aggiornamenti in merito agli obblighi dei limiti sulle riduzioni delle emissioni.