L’espansione AI si affida a Gemini 2.0, il nuovo modello linguistico di Mountain View. Quest’ultimo effettua un’analisi di screenshot in tempo reale. In questo modo vengono interpretati i contenuti visualizzati e l’AI reagisce di conseguenza. Se confermata, l’introduzione di Jarvis rappresenterebbe un significativo passo avanti nell’automazione dell’esperienza utente.
La tecnologia dietro Jarvis sembra riprendere alcuni elementi già visti in sistemi di Apple Intelligence
e Microsoft Recall. L’estensione di Google potrebbe distinguersi da quest’ultime grazie alla capacità di catturare rapidamente sequenze di screenshot. Per poi interpretarle istantaneamente e agire in base a esse in modo autonomo. In tal modo, non solo Google rafforzerebbe il suo ruolo di protagonista nel campo dell’AI, ma si spingerebbe verso un’automazione sempre più completa.È importante sottolineare che, anche se alcuni utenti sono riusciti a scaricare Jarvis durante la sua breve comparsa, nessuno è riuscito a utilizzarla. Ciò ha alimentando l’attesa per il rilascio ufficiale, che secondo gli esperti dovrebbe avvenire insieme a Gemini 2.0.
L’introduzione di tale tecnologia solleva anche alcune perplessità. Non tutti accolgono con favore l’idea che un’intelligenza artificiale possa prendere il controllo di un computer. A destare ulteriore preoccupazione è l’interesse manifestato dal Pentagono per l’integrazione dell’AI nella gestione e nel controllo degli armamenti nucleari. Scenari che avvicinano prospettive di utilizzo critiche e non prive di rischi.