L’inasprimento delle relazioni tra Europa e Cina è ormai evidente ed anche stato previsto, a dirla tutta. Dopo che l’Unione Europea ha deciso di imporre dazi sulle auto elettriche prodotte in Cina, il governo di Pechino ha reagito duramente. Come di preciso? Presentando un reclamo formale al WTO. Il ministero del Commercio cinese ha subito condannato le nuove tariffe. Sono considerate come forma di protezionismo commerciale volta a danneggiare lo sviluppo dell’industria automobilistica cinese. La Cina, inoltra, accusa l’UE di non avere alcuna base legale o fattuale per le sue azioni. La misura è una violazione delle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
La scelta sui dazi può davvero essere sostenibile nel lungo termine? Pechino sembra decisa a difendere i suoi interessi. La Cina ha esortato l’UE a “correggere immediatamente” le pratiche ritenute illegali. Sullo sfondo, rimane il rischio di un’escalation diplomatica, con l’industria europea che teme la concorrenza delle auto cinesi a basso costo, spesso sostenute da ingenti sussidi statali.
La decisione dell’UE di approvare i dazi, nonostante la mancanza di unanimità tra i Paesi membri, ha fatto discutere parecchio. La situazione tutt’ora rimane aperta. I dazi possono essere sospesi in qualsiasi momento, se si troverà un accordo. Gli sforzi diplomatici continuano, ma fino ad oggi non hanno prodotto risultati concreti. C’è una via d’uscita? Bruxelles ha inviato i propri rappresentanti a Pechino per tentare di raggiungere un’intesa sui prezzi. L’obiettivo è quello di evitare le tariffe maggiorate attraverso un sistema di controllo dei volumi e dei costi delle esportazioni. Ma le differenze tra le due parti sembrano ancora profonde. L’UE vuole riequilibrare le relazioni economiche con la Cina, cercando di proteggere la propria industria senza innescare una guerra commerciale. Eppure, resta da vedere se si potrà trovare un compromesso che soddisfi entrambe le parti, o se questo conflitto proseguirà su strade sempre più dure. La reazione di Pechino è stata quella che molte aziende europee temevano. Come andrà a finire?