Durante la fiera Ecomondo di Rimini, Assoambiente ha presentato un’analisi sullo stato dell’economia circolare in Europa, con particolare attenzione all’Italia. Questo modello di economia, che incoraggia il riciclo e l’uso sostenibile delle risorse, è fondato su pratiche come il riutilizzo, la riparazione e il ricondizionamento, oltre alla gestione dei rifiuti. Il rapporto di Assoambiente fotografa i progressi e le sfide dei Paesi europei, offrendo anche alcune proposte per migliorare i tre parametri di riferimento dell’economia circolare.
I progressi dell’Italia nell’economia circolare
In Italia, l’avvio a riciclo raggiunge l’85% del totale dei rifiuti solidi, urbani e speciali, un valore che pone il nostro Paese ai vertici in Europa, seguito dal Belgio. Questo parametro misura l’efficienza del sistema di raccolta e il successo nell’inviare i rifiuti ai processi di riciclo. Tuttavia, quando si considera il tasso effettivo di riciclo, l’Italia si posiziona all’ottavo posto con un valore del 51,9%, superiore alla media europea del 48,7%. La Germania guida questa classifica con un 67,8%, seguita da Austria e Slovenia.
Un altro indicatore rilevante è l’indice di circolarità, che misura la quota di materiali riciclati reintrodotti nei cicli produttivi, riducendo la dipendenza da risorse naturali vergini. In questo caso, l’Italia si colloca al quarto posto con un indice del 18,7%, un valore relativamente basso se confrontato con il 27,5% dei Paesi Bassi, leader in questo ambito. Questo risultato evidenzia la complessità di reintegrare i materiali riciclati nei processi industriali, un aspetto su cui il nostro Paese potrebbe migliorare.
L’Italia mostra risultati incoraggianti anche nell’indice di produttività delle risorse, che misura la capacità economica di generare ricchezza con minore consumo di materiale. Con un valore di 4,3 euro per ogni kg di materiale utilizzato, l’Italia è seconda solo ai Paesi Bassi. Questo risultato indica una buona efficienza nell’utilizzo delle risorse.
L’analisi di Assoambiente, pur sottolineando i successi raggiunti, suggerisce che l’Italia può fare ulteriori passi avanti nell’economia circolare, soprattutto nella reintegrazione dei materiali riciclati. Questi progressi rappresentano non solo un beneficio per l’ambiente, ma anche un’opportunità per migliorare la competitività del Paese in un contesto sempre più orientato alla sostenibilità.