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Settore auto in crisi: allarme ANFIA sul taglio del Fondo Automotive

L’industria delle auto italiana è in crisi profonda. I numeri diffusi da ANFIA sono preoccupanti. La produzione di auto a settembre 2024 si è dimezzata rispetto allo stesso mese del 2023. Ci sono state solo 25 mila unità prodotte, un calo del 50,5%. Questo non è un episodio isolato, ma l’ennesimo mese di flessione. Da gennaio a settembre 2024, la produzione complessiva si è ridotta del 38,3% rispetto all’anno precedente.

I numeri parlano chiaro anche guardando l’intero comparto auto. Nei primi nove mesi del 2024, la produzione di autoveicoli, rimorchi, semirimorchi e componenti è calata del 19,6%, con un crollo del 30% a settembre. Cosa succede? Perché l’industria automobilistica italiana sta soffrendo tanto? ANFIA punta il dito contro il taglio del Fondo Automotive deciso dal Governo, una riduzione dell’80% che ha sollevato non poche polemiche. Gianmarco Giorda, Direttore Generale dell’associazione, ha definito questa decisione “inspiegabile”.

Fatturato in calo e produzione sempre più ridotta delle auto

Nel dettaglio, la situazione non migliora neppure guardando il fatturato del settore, che ad agosto 2024 è sceso del 29,5%. La componente interna, in particolare, è crollata del 30,6%. Anche l’export, sebbene ancora attivo, non basta a risollevare la situazione. Nei primi otto mesi del 2024, la componentistica automotive

ha registrato un calo dell’11,5%. La domanda è inevitabile: come si può pensare di accompagnare la transizione industriale senza risorse? Il taglio di 4,6 miliardi di euro dal fondo, destinato a supportare il settore nel periodo 2025-2030, sembra uno schiaffo alla filiera. ANFIA spera che il tavolo Sviluppo Automotive convocato per il 14 novembre possa portare soluzioni concrete. Senza un’inversione di rotta, il futuro del settore auto italiano rischia di essere segnato da una crisi senza precedenti.
La crisi del mercato auto italiano colpisce anche i lavoratori e l’intero sistema produttivo. ANFIA non teme solo il calo della produzione, ma anche la perdita di competitività. La riduzione del Fondo Automotive arriva in un momento già di per sé critico per il settore. Le aziende devono affrontare la transizione verso nuove tecnologie, come la mobilità elettrica. Senza investimenti adeguati, rischiano di non sopravvivere. Le imprese più piccole sono ovviamente le più vulnerabili. Data la pienezza di incertezze le società non sanno cosa fare. Il Governo comprende davvero la gravità della situazione e la necessità di azioni immediate? L’industria auto non può permettersi errori.
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Pubblicato da
Rossella Vitale