La Volvo 240 è un’icona. Per chi l’ha guidata o l’ha vista attraversare le strade tra gli anni ’70 e ’90, è sinonimo di sicurezza, affidabilità e design squadrato inconfondibile. Come sarebbe oggi una Volvo 240? Jordan Rubinstein-Towler, designer già noto per il progetto Polestar 4040, ha dato la sua risposta con un concept futuristico che immagina la storica berlina svedese nel 2026, proiettandola nell’era elettrica.
Rubinstein-Towler non tradisce l’essenza della Serie 200, venduta in quasi 2,9 milioni di esemplari. Il design esterno resta fedele al “box-style” originale, ma viene aggiornato con soluzioni moderne. Gli iconici fari “Martello di Thor” delle attuali Volvo arricchiscono il frontale, abbinati a sottili prese d’aria e branchie laterali per ottimizzare l’aerodinamica. Il risultato? Un veicolo che guarda al futuro senza dimenticare il passato.
All’interno, l’equilibrio tra tradizione e innovazione è tangibile. A differenza degli attuali modelli Volvo, dominati da grandi schermi verticali, questo concept presenta un display orizzontale più discreto, affiancato da comandi fisici. Il volante a quattro razze e i sedili in tessuto dallo stile scandinavo richiamano l’anima originaria del modello. Tutti i dettagli la rendono unica, inconfondibile, tanto da spiccare sulla strada.
Sul piano tecnico, la trasformazione è radicale. Questo concept immagina un veicolo 100% elettrico. La griglia chiusa e l’assenza di terminali di scarico lo evidenziano chiaramente. Con una piattaforma derivata dalla SPA2, la stessa del SUV EX90, la Volvo 240 del futuro potrebbe montare un pacco batterie da 111 kWh e una propulsione bimotore da 510 cavalli. Un sogno per i fan di questa vettura leggendaria.
Ora tutti si chiedono: vedremo mai questo progetto sulle strade? Chissà, non ci sono certezze. In un momento in cui Volvo si prepara al lancio della nuova berlina elettrica ES90, la reinterpretazione di Rubinstein-Towler potrebbe essere solo uno studio di design. Tuttavia, dimostra che la Volvo 240 potrebbe tornare in una nuova veste, rimanendo fedele al suo passato e sposando la mobilità del futuro.