La partnership tra Google e iFixit, che dall’autunno scorso distribuisce pezzi di ricambio originali per i dispositivi Pixel, consente sicuramente un accesso più ampio alle riparazioni, ma il prezzo di tale display pieghevole resta difficile da giustificare.
Tale situazione porta a riflettere sulle scelte progettuali e sui processi di produzione. Sarebbe forse più etico optare per materiali o componenti che non facciano lievitare eccessivamente il prezzo dei ricambi. Così facendo, i clienti non si troverebbero costretti a decidere se pagare una cifra spropositata per un ricambio o rinunciare al dispositivo.
Interessante è anche osservare come il Pixel 9 Pro Fold, seconda generazione di pieghevoli di Google, abbia un prezzo di ricambio più alto rispetto alla prima generazione. Nello specifico, si è passati da 899,99 a 1.199,99 dollari. Tale aumento di ben 300 dollari è significativo. Ciò soprattutto considerando che un danno accidentale o un guasto fuori garanzia può arrivare a costare il 63% del prezzo totale del Pixel 9 Pro Fold.
Il tema del diritto alla riparazione pone domande cruciali per le aziende. Nel dettaglio, si tratta di scegliere se continuare con scelte che penalizzano il consumatore o se adottare un approccio più sostenibile e accessibile. Considerando quanto accaduto con i dispositivi Pixel è evidente quale sia l’attuale tendenza del mercato. Non resta che chiedersi se si possa intervenire affinchè la tecnologia non sia solo innovativa, ma anche responsabile nei confronti dell’ambiente e durevole nel tempo. Una tendenza non solo responsabile, ma anche più conveniente per tutti gli utenti.