Lasorella ha infatti sottolineato la necessità di un aggiornamento della piattaforma per renderla sempre più efficiente e in linea con le evoluzioni tecnologiche. Pur riconoscendo i margini di miglioramento, il presidente ha difeso con fermezza la funzionalità di Piracy Shield.
Dal 1 febbraio 2024, data di attivazione della piattaforma, quest’ultima ha permesso di disabilitare 26 domini qualificati (FQDN) e oltre 7.000 indirizzi IPv4. Solo due reclami sono stati registrati in merito ai blocchi. In ogni caso, i segnalatori hanno potuto rimuovere i blocchi in tempi rapidi, correggendo eventuali errori
.Riguardo agli intoppi registrati su Piracy Shield, Lasorella ha sostenuto che non ci siano stati veri e propri malfunzionamenti, ma errori di segnalazione. In suddetti casi, è stata comunque prevista una verifica formale che ha permesso di identificare e correggere i blocchi non intenzionali. Un richiamo è stato rivolto ai soggetti problematici non ancora accreditati alla piattaforma, soprattutto situati all’estero. L’adesione di tali operatori stranieri presenta delle difficoltà, ma l’AGCOM continua a lavorare per superarle.
Inoltre, Lasorella ha evidenziato che grazie al Piracy Shield è stato possibile rispondere rapidamente agli obblighi stabiliti dalla legge antipirateria. Tale risultato, secondo il presidente, sarebbe stato difficile da raggiungere se l’AGCOM avesse dovuto sviluppare la piattaforma autonomamente. In quel caso, infatti, avrebbe dovuto attendere i tempi di selezione e realizzazione attraverso procedure pubbliche. In tal modo la procedura è stata velocizzata.