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Lavoro a rischio in Italia: la crisi dell’auto minaccia 50 mila posti

L’industria automobilistica italiana è in crisi, con migliaia di posti di lavoro a rischio per la concorrenza cinese, i costi energetici e le normative UE.

L’industria automobilistica italiana affronta una crisi gravissima che minaccia decine di migliaia di posti di lavoro. Tra i fattori di rischio emergono l’ascesa della concorrenza cinese, il costo dell’energia e i cambiamenti normativi dell’Unione Europea.

Cause della Crisi del lavoro e Possibili Soluzioni

L’analisi di Alix Partners, ripresa da Il Corriere della Sera, dipinge un quadro desolante per il 2024: la produzione potrebbe non superare le 500.000 unità, un risultato che non si registrava dal 1956. Molteplici sono le cause, a partire dalla decisione dell’UE di eliminare gradualmente i motori a combustione entro il 2035, fino alla concorrenza delle auto elettriche cinesi. Stellantis, il principale produttore nazionale, ha ridotto le produzioni nonostante il tentativo del governo di incentivare un milione di unità prodotte in Italia.

Sebbene il costo del lavoro in Italia sia più basso rispetto a Francia e Germania, la produttività soffre a causa di impianti sottoutilizzati e della mancanza di investimenti: a Mirafiori, ad esempio, l’età media del personale è di 57 anni

, influendo sulla performance complessiva.

Un aspetto critico per la competitività è il costo energetico, che incide per il 12% sul totale dei costi industriali ed è uno dei più elevati in Europa. In Italia si attesta a 103 euro per MWh, quasi il doppio rispetto alla Spagna. Una possibile soluzione immediata è favorire le energie rinnovabili per ridurre la dipendenza dai prezzi del gas. La logistica, anch’essa problematica, richiede investimenti nelle infrastrutture per compensare l’obsolescenza dei trasporti nazionali.

La relazione tesa tra il governo e Stellantis aggiunge ulteriori incertezze. La legge di Bilancio ha ridotto drasticamente i fondi previsti per il settore automotive, segnalando un vuoto strategico. Per tutelare i lavoratori e il settore, l’Italia necessita di una nuova visione industriale e di investimenti orientati alla sostenibilità.

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Pubblicato da
Mattia Memeo