L’astronauta della NASA Don Pettit, attualmente a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), ha recentemente condiviso immagini straordinarie che offrono una prospettiva unica sui satelliti Starlink di SpaceX. Questi oggetti, posizionati nell’orbita terrestre bassa, appaiono nelle fotografie di Pettit come brevi lampi di luce, in contrasto con il cielo stellato. Il fenomeno è causato dalla riflessione della luce solare sui pannelli solari dei satelliti, un evento visibile solo in determinati momenti, quando la ISS si trova in una posizione specifica rispetto al Sole.
Le immagini di Pettit rivelano i satelliti Starlink come linee luminose orizzontali, perpendicolari alla direzione di movimento della stazione spaziale. Questo effetto deriva dall’orientamento della ISS, che viaggia da ovest a est con un’inclinazione di 51,6 gradi, mentre i satelliti Starlink seguono traiettorie orbitali diverse a seconda delle aree coperte. La peculiarità di questi scatti, rispetto alle tradizionali fotografie a lunga esposizione scattate dalla Terra, sta proprio nella capacità di catturare la dinamicità dei satelliti in orbita, offrendo una visione ravvicinata e dettagliata.
Oltre alle immagini dei satelliti, Pettit ha documentato anche la particolare modalità di accesso alla navicella Crew Dragon di SpaceX. Mentre sulla Terra si entra attraverso un portello laterale, nello spazio l’ingresso avviene tramite il portello anteriore, che si aggancia alla stazione spaziale. Pettit, arrivato sull’ISS con una navicella russa Soyuz, rimarrà in orbita per circa sei mesi, conducendo esperimenti scientifici e occupandosi della manutenzione della stazione.
Tra le sue opere fotografiche più recenti, si distingue una spettacolare cattura a lunga esposizione che ritrae le scie circolari delle stelle sopra la Terra. Le immagini di Pettit, oltre a rappresentare un contributo scientifico, evidenziano il suo talento nel rendere accessibile la bellezza dello spazio, avvicinando il pubblico alle meraviglie dell’universo. La missione di Pettit non si limita quindi alla scienza, ma include anche il racconto visivo del nostro cosmo.