Il web purtroppo pullula di inganni e truffe, le quali sono in grado spesso di svuotare anche i conti correnti degli utenti. Diverse persone proprio non riescono ad identificare problematiche di questo genere anche se, ad onor del vero, oggi è molto più complicato farlo anche per i più esperti. In queste ultime settimane purtroppo se ne stanno sentendo di tutti i colori, a partire proprio dai confini italiani.
Secondo quanto riportato infatti, un uomo genovese di 60 anni sarebbe stato truffato per una somma di ben 39.000 euro.
Le truffe colpiscono ancora: 39.000 euro sottratti ad un nuovo a Genova
Il tutto sarebbe avvenuto mediante una truffa telefonica. Il racconto che si cela dietro a quanto accaduto ha dell’incredibile; non si tratta di qualcosa di inventato o accentuato bensì della cruda realtà che ha visto, suo malgrado, protagonista un uomo di Genova. Stando a quanto riportato, i truffatori, fingendosi un maresciallo dei carabinieri e un operatore della banca, sono riusciti a convincerlo a trasferire i suoi risparmi su un nuovo conto “sicuro”. Ma quel conto era in realtà un inganno, e i soldi sono spariti.
Nonostante l’uomo avesse fatto delle verifiche online per controllare i numeri delle chiamate, tutto sembrava regolare. Il trucco? Si chiama spoofing, una tecnica che permette ai truffatori di far apparire il loro numero come se provenisse da una fonte affidabile, come una banca o una caserma.
Come riconoscere una truffa del genere
Ad oggi, anche con il fiorire di nuove tecnologie, è diventato davvero difficile identificare le truffe che sono in giro ma ci sono modi per difendersi:
- Non fidarti delle apparenze: nche se il numero sembra ufficiale, non significa che la chiamata sia reale;
- Non fornire mai informazioni personali: le banche e le forze dell’ordine non ti chiederanno mai dati sensibili al telefono;
- Fai una pausa: se ricevi una chiamata sospetta, interrompi la conversazione e contatta direttamente l’ente tramite i numeri ufficiali.
La soluzione è dunque nella prevenzione
Alcune banche stanno già adottando strumenti per proteggere i clienti. Per esempio, ING ha lanciato un servizio chiamato “È davvero ING?”, che permette di verificare in pochi secondi se la chiamata arriva davvero dalla banca.
La chiave è non lasciarsi prendere dal panico. Se hai dubbi, chiedi conferme. E ricordati: nessuna urgenza giustifica la condivisione dei tuoi dati bancari. La sicurezza parte sempre da noi.