Android 15 refresh rate attivo

Molte sono le novità che vengono celate dietro i nuovi e ultimissimi aggiornamenti compiuti sui vari dispositivi tecnologici. Uno di questo come ad esempio Android 15 ha una nuova funzionalità che le permette di supportare il refresh rate adattivo.

Parliamo di una funzionalità quanto supporto molto utile agli stessi dispositivi che utilizzeranno questo software.

 

Android 15, una funzionalità importante?

Google ha di recente aggiunto un nuovo documento alla sezione che riguarda i Core Topics della AOSP, dichiarando una nuova novità che sarà implementata con Android 15.

La nuova versione del sistema operativo più conosciuto al mondo si aggiudica il primato per supportare il refresh rate adattivo. Funzionalità che permette di sfruttare al massimo tutte le carte dei pannelli LTPO sui vari dispositivi.

Per comprendere il tutto bisogna fare un piccolo passo all’indietro, partendo da Android 11 rispetto Android 15, il quale è già capace di supportare più frequenze di aggiornamento. Permettendo in poche parole al sistema operativo di indicare al relativo display di cambiare in automatico le varie modalità di visualizzazione.

Alcuni degli smartphone già in commercio possono mostrare dei contenuti a 1 Hz o a 10 Hz attraverso i loro pannello LTPO. Occorre notare che questo tipo di funzionalità non riferisce però al refresh rate adattivo (ARR).

Entrando di più nel dettagli di questa nuova funzionalità di Android 15, nell’ARR la frequenza di sincronizzazione verticale e quella dell’aggiornamento del display sono reputate disaccoppiate. Questo permette alle varie frequenze di aggiornamento di cambiare in base ad ogni singola modalità di visualizzazione. Funzionalità che porta con se una riduzione del consumo energetico e un miglioramento notevole delle prestazioni.

Invece è molto probabile che molti di questi dispositivi che saranno aggiornati ad Android 15, non avranno questa funzionalità. Tutto questo per il semplice motivo creato dagli effetti del programma Google Requirements Freeze, il quale non lascerà spazio di sicuro per l’implementazione della suddetta funzionalità.

 

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