Il ransomware, una delle minacce informatiche più insidiose, sta diventando sempre più diffuso, e la supply chain software è uno dei principali bersagli. Secondo un recente sondaggio di OpenText, il 62% delle aziende ha subito un attacco ransomware proveniente dalla supply chain nell’ultimo anno, con un incremento del 73% rispetto all’anno precedente. Questi dati evidenziano come la catena di fornitura rappresenti un punto vulnerabile per molte imprese. I criminali sfruttano fornitori con difese informatiche deboli per accedere a sistemi più complessi, compromettendo intere reti aziendali.
Un fattore che aggrava il problema è l’uso dell’intelligenza artificiale generativa da parte dei cybercriminali. Questa tecnologia permette di creare email di phishing estremamente realistiche, capaci di trarre in inganno anche gli utenti più esperti. Basta un clic su un link malevolo o il download di un file infetto per permettere al ransomware di infiltrarsi nei sistemi. Questo rende ancora più urgente adottare strategie di sicurezza adeguate per proteggere i dati sensibili.
La formazione dei dipendenti è essenziale per combattere il ransomware nella supply chain. Oltre all’implementazione di tecnologie avanzate, le aziende devono investire nella sensibilizzazione del personale. Una cultura della sicurezza, in cui ogni dipendente è consapevole dei rischi e delle best practice, può fare la differenza. La collaborazione con i fornitori è altrettanto importante: è necessario garantire che anche loro adottino misure di protezione adeguate per evitare di diventare un anello debole nella catena.
Solo un approccio combinato, che includa tecnologie all’avanguardia, formazione e una stretta collaborazione tra aziende e fornitori, può ridurre i rischi del ransomware nella supply chain. Di fronte a una minaccia in continua evoluzione, è fondamentale agire con decisione e lungimiranza per proteggere i dati aziendali e mantenere la fiducia dei clienti, elemento fondamentale della vita aziendale.