Sono milioni gli italiani che utilizzano le ricette “bianche” cartacee per l’acquisto dei farmaci di fascia C (quelli a totale carico del cittadino), ma dal 2025 le cose cambieranno. Infatti, con una novità inserita nella legge di bilancio 2024, nell’articolo 57, le prescrizioni per questi medicinali passeranno al formato digitale, esattamente come avviene già per la “ricetta rossa“.
Stando alle informazioni che la Repubblica ha riportato, tutti i medici avranno l’obbligo di utilizzare esclusivamente il sistema informatico per la compilazione di queste prescrizioni. I medici dovranno anche consegnare ai pazienti un codice univoco che sarà accessibile in tutte le farmacie. L’obiettivo principale di questa procedura è quello di centralizzare e rendere più accessibili i dati delle prescrizioni, garantendo una completa alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico.
Questo passaggio al formato digitale è stato deciso nonostante un periodo non troppo semplice per Sogei, la società del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) che gestisce il sistema di prescrizione elettronica. Il sistema sta riscontrando problemi da circa venti giorni, i stessi problemi che si erano già presentati dal 15 di ottobre. Questi malfunzionamenti hanno generato blocchi del sistema che si sono estesi anche per due ore, creando attese e disagi. Di conseguenza, i medici sono stati obbligati a ricorrere alle ricette cartacee o, in alcune situazioni più estreme, a rinviare i pazienti al giorno successivo.
Questa introduzione della ricetta digitale faciliterà lo svolgimento delle terapie non obbligando i pazienti a recarsi negli ambulatori
per ottenere le ricette cartacee. Queste ricette potranno essere inviate direttamente ai pazienti via mail e WhatsApp, e sarà possibile presentarle in una qualsiasi farmacia nazionale per ritirare le medicine. Ciò significa zero restrizioni riguardanti le permanenze in regioni diverse da quella di residenza, e che la calligrafia medica non sarà più un problema.Grazie a una raccolta dati più precisa, sarà possibile monitorare più nel dettaglio le abitudini inerenti alle prescrizioni dei singoli medici che permetterà di valutarne il numero di emissioni da ogni professionista.
Silvestro Scotti, segretario della Fimmg (il principale sindacato dei medici di famiglia), ha esposto che questa svolta ha generato non poche preoccupazioni tra i medici. La principale preoccupazione vede come protagonista il sistema informatico, che per Scotti potrebbe non essere pronto per tutti questi dati, specialmente vedendo i recenti malfunzionamenti.
Per i pazienti più anziani che hanno meno dimestichezza con la tecnologia, potrebbero crearsi delle difficoltà con queste ricette. Ma a questa problematica Sergio Bartoletti, il vice segretario della Fimmg, ha dichiarato che, come ad oggi si fanno stampare le proprie ricette quando si recano negli studi, se ce ne sarà la necessità, si continuerà con questa procedura. Il vice segretario ha anche chiesto a tutti gli altri medici specialisti di fare le ricette digitali, cosicché i medici di famiglia non siano costretti a farle al posto loro.