Un esempio indicativo è il caso di TV Time. Un’app utilizzata per tracciare la visione di serie TV e interagire con altri utenti tramite immagini e GIF. L’app è stata rimossa il 1 novembre 2024 a seguito di una segnalazione di violazione del copyright relativa a immagini caricate dagli utenti. Nonostante gli sviluppatori avessero eliminato i contenuti contestati e richiesto prove di proprietà, la segnalazione è rimasta irrisolta, portando alla rimozione temporanea. Il CEO di Whip Media
, società proprietaria dell’app, ha accusato Apple di non aver verificato le accuse. Danneggiando così l’attività con una decisione che considera arbitraria. Anche se l’applicazione è stata ripristinata, l’episodio ha evidenziato le criticità del sistema.Un altro caso controverso è quello di Musi. Un’app per ascoltare musica tramite i server di YouTube. Rimossa dall’App Store a settembre 2024 dopo reclami Musi ha avviato un’azione legale contro Apple. A tal proposito, è stato sostenuto che la rimozione sia avvenuta senza un’adeguata verifica. L’udienza per decidere il ripristino è fissata per gennaio 2025, lasciando migliaia di utenti senza accesso.
Le linee guida dell’App Store, in particolare il punto 5.2 sulla Proprietà Intellettuale, richiedono licenze per i contenuti utilizzati. Apple facilita le segnalazioni tramite un portale dedicato e prevede la rimozione dell’app se le parti non trovano un accordo. Eppure, senza interventi regolatori che bilancino gli interessi in gioco, è improbabile che Apple modifichi le sue pratiche nel breve termine.