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Haiyang-4, il primo satellite cinese oceanografico

La corsa allo spazio è un tema sul quale i Paesi del mondo si sono sempre interessati, la Cina è sicuramente uno dei più attivi, e vuole confermare la sua posizione sempre di più. La superpotenza asiatica ha recentemente lanciato in orbita Haiyang-4 (01), il suo primo satellite oceanografico di nuova generazione. Lancio, avvenuto il 13 novembre dal centro spaziale di Taiyuan, a bordo di un razzo Long March 4B. 

Questo segna un passo importante per il programma di osservazione terrestre cinese, finalizzato alla salvaguardia del nostro pianeta. Lo Haiyang-4 è composto di una serie di strumenti avanzati, in particolare un radiometro ad apertura sintetica, sensori attivi e passivi, e altri payload.

L’obiettivo del satellite è fornire dati cruciali per il monitoraggio degli oceani, contribuendo a studiare i cambiamenti climatici, migliorare le previsioni meteorologiche e tenere traccia di tutto l’inquinamento marino. La Cina ha deciso di investire notevoli risorse nello sviluppo di satelliti per l’osservazione terrestre, riconoscendone l’estrema importanza. 

Haiyang-4, come molti altri satelliti cinesi, si inserisce in una strategia

che fornirà alla Cina numerosi dati per la comprensione degli oceani e del loro ruolo nel sistema climatico globale, in modo da ottenere sempre più conoscenze del mondo in cui viviamo.

Il ruolo di Haiyang-4 sarà di vitale importanza nel futuro

Il satellite, posizionato in un orbita quasi polare, sarà in grado di osservare l’intero globo, raccogliendo dati su temperatura, salinità, correnti marine, e altri parametri oceanografici.

Anche l’America con la NASA si sta muovendo nell’ambito del monitoraggio, le tecnologie di nuova generazione da citare in questo caso sono due satelliti che faranno parte della missione denominata TRACERS (Tandem Reconnection and Cusp Electrodynamics Reconnaissance Satellites).

Missione programmata nel 2025, i satelliti dovranno studiare studiare l’interazione tra il vento solare, il flusso di particelle cariche emesse dal Sole e la magnetosfera terrestre, il campo magnetico che protegge il nostro pianeta. Ormai il futuro spaziale è anche questo, poter usare lo spazio, e sfruttarlo per comprendere al meglio il pianeta che ci ospita.

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Pubblicato da
Tommaso Mastropietro