Foodinho si ritrova di nuovo nei guai, dopo quelli già avvenuti nel 2021, con un altra multa per il trattamento dei lavoratori.

Foodinho, una delle società del gruppo Glovo, è stata multata per 5 milioni di euro a causa del trattamento illecito dei dati personali di oltre 35.000 rider. Il Garante della privacy ha rilevato che i lavoratori erano geolocalizzati anche fuori dall’orario di lavoro, fino ad agosto 2023, e che tali informazioni venivano condivise con società terze senza il loro consenso o adeguata informazione. La geolocalizzazione restava attiva persino quando l’app era in background o chiusa.

 

La mancata protezione per il lavoratori rider di Foodinho

L’indagine ha portato alla luce gravi violazioni del GDPR, aggravate dal fatto che Foodinho era già stata sanzionata nel 2021. Oltre alla multa, il Garante ha imposto nuove prescrizioni, vietando il trattamento dei dati biometrici, come il riconoscimento facciale usato per verificare l’identità dei rider. L’analisi diretta dei sistemi aziendali ha evidenziato l’assenza delle misure previste dal Regolamento per la gestione dei sistemi automatizzati.

In caso di blocco o disattivazione degli account, la piattaforma inviava messaggi standard che non informavano i rider sulla possibilità di contestare la decisione. Secondo il Garante, questo rappresenta una grave violazione dei diritti dei lavoratori, che devono poter chiedere l’intervento umano e avere la possibilità di esprimere il proprio punto di vista su tali provvedimenti.

In futuro, le decisioni prese dall’algoritmo dovranno essere controllate da operatori qualificati. Inoltre, la geolocalizzazione sarà attiva solo con il consenso esplicito del rider, che dovrà essere avvisato tramite un’icona visibile. L’attivazione in background non sarà più permessa. Foodinho dovrà anche adeguarsi alle normative relative ai controlli a distanza, adottando misure per evitare abusi e discriminazioni legate ai meccanismi reputazionali basati sui feedback dei clienti.

L’istruttoria del Garante è stata condotta in collaborazione con il Nucleo speciale della Guardia di Finanza, scaturendo anche dal caso di Sebastian Galassi, un rider morto nel 2022 durante una consegna. La vicenda ha sollevato ulteriori dubbi sull’umanità dei processi automatizzati, soprattutto dopo che i familiari del giovane hanno ricevuto una fredda notifica automatica che segnalava la cessazione del rapporto di lavoro.

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