La plastica è diventata una presenza quasi invisibile nella nostra quotidianità, ma la sua diffusione sta avendo conseguenze devastanti per il pianeta. Un esempio lampante di questo problema è la plastica monouso, che viene usata per pochi minuti ma rimane nell’ambiente per secoli. Le stime per i prossimi decenni sono allarmanti: entro il 2060, la produzione globale di plastica aumenterà drasticamente, con le regioni dell’Asia e dell’Africa sub-sahariana a giocare un ruolo importante in questo trend. Questo incremento nella produzione di plastica porterà inevitabilmente a un triplicamento dei rifiuti plastici, ma la percentuale di plastica riciclata resterà incredibilmente bassa, con la maggior parte dei rifiuti destinata a finire nell’ambiente, inquinando mari, fiumi e terre. È una situazione che rischia di diventare insostenibile.
Il problema della plastica è sempre più attuale
In risposta a questa crisi, le Nazioni Unite si sono riunite a Busan, in Corea del Sud, per dare vita a un trattato internazionale che affronti l’inquinamento causato dalla plastica. Durante l’incontro, paesi come Ruanda e Norvegia hanno posto l’accento sull’importanza di intervenire su tutta la filiera della plastica, dalla sua produzione fino al suo smaltimento, proponendo soluzioni drastiche per ridurre l’uso di questo materiale. Tuttavia, la discussione è stata ostacolata da divergenze tra le nazioni. In particolare, i Paesi che dipendono maggiormente dall’industria petrolifera sono favorevoli a concentrarsi sulla gestione dei rifiuti, mentre quelli che cercano una riduzione della produzione di plastica vedono questa come una misura fondamentale.
Ma l’inquinamento da plastica non riguarda solo l’ambiente; sta minacciando anche la nostra salute. Le microplastiche, infatti, sono state rinvenute in organi vitali come fegato, reni e cervello, con effetti potenzialmente dannosi sulla salute umana. Alcuni studi hanno collegato l’esposizione a microplastiche a malattie cardiovascolari, infertilità e persino alcuni tipi di cancro. Questo ha reso ancora più urgente un intervento globale.
Nel 2022, 175 Paesi hanno firmato un accordo storico per avviare i negoziati, ma i progressi sono stati lenti. La proposta di ridurre la produzione di plastica incontra resistenze forti, in particolare dai Paesi come gli Stati Uniti, grandi produttori di plastica, che sono riluttanti a limitare la produzione. Il trattato che si sta discutendo include misure come l’eliminazione progressiva della plastica monouso e il divieto di sostanze tossiche nei prodotti di consumo, ma le posizioni restano contrastanti. Le nazioni industrializzate si concentrano sulla gestione dei rifiuti, mentre quelle in via di sviluppo chiedono una riduzione globale della produzione di plastica. Le ultime trattative, che si terranno a dicembre 2024, saranno cruciali per stabilire come affrontare questa crisi globale e proteggere il nostro futuro.