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Fibra FTTH: in Italia la connessione veloce è tra le più economiche d’Europa

L’Italia si conferma uno dei Paesi europei dove la fibra ottica FTTH (Fiber to the Home) costa meno, e la sua diffusione continua a crescere a ritmo sostenuto. Secondo l’Osservatorio Tariffe di Segugio.it, nonostante l’espansione della copertura, i prezzi rimangono praticamente stabili, un bel vantaggio per i consumatori italiani rispetto agli altri mercati europei.

 

La fibra ottica FTTH italiana è la più conveniente

Attualmente, una connessione Internet per la casa costa in media 26,09 euro al mese, e chi sceglie la fibra FTTH paga circa 26,57 euro. Rispetto al 2021 l’aumento è stato minimo, solo 0,78 euro in più al mese. E se si pensa che in tre anni la disponibilità della fibra è passata dall’11,7% al 25,9% degli accessi totali, è evidente che il rapporto qualità-prezzo rimane molto competitivo.

Oggi la copertura della fibra FTTH raggiunge quasi il 60% delle famiglie italiane, e in ben 17 regioni su 20 supera il 50%. In pratica, sempre più persone possono permettersi una connessione veloce senza spendere cifre esorbitanti. E il confronto con altri Paesi europei lo dimostra chiaramente: in Italia

, per avere una connessione di almeno 1 Giga, si spendono 26,57 euro al mese, mentre in Germania si arriva a 47,49 euro e nel Regno Unito a 46,25 euro. Anche Francia e Spagna, dove le tariffe sono più basse, restano sopra la media italiana con prezzi di circa 33 euro al mese.

Un altro aspetto interessante è che, a differenza di altri Paesi, in Italia la maggior parte delle offerte comprende connessioni da almeno 1 Giga senza bisogno di scegliere piani più economici ma meno performanti. Questo rende l’esperienza d’uso migliore per tutti, anche per chi cerca soluzioni più economiche.

Tuttavia, c’è un rovescio della medaglia: tariffe così basse possono limitare gli investimenti delle aziende nelle infrastrutture. In Paesi come Germania e Regno Unito, dove i prezzi sono più alti, gli operatori hanno più margini per sviluppare reti migliori. In Italia, invece, gli operatori devono fare i conti con margini più ridotti, il che potrebbe rallentare gli investimenti futuri.

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Pubblicato da
Margherita Zichella