Presto i monopattini elettrici dovranno essere dotati di una targa adesiva identificativa, un contrassegno plastificato e non rimovibile che ne garantirà la tracciabilità. Anche se si parla di “targa,” non aspettatevi una placca rigida come quelle delle automobili, ma un adesivo specifico che sarà fornito dallo Stato. Ma come funzionerà tutto questo? Facciamo chiarezza su quello che sappiamo finora.
La targa riservata ai monopattini elettrici non sarà come quella delle auto o delle moto. Si tratterà infatti di un adesivo plastificato. Questo sarà composto da una combinazione alfanumerica unica, creata tramite un software in dotazione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
I codici generati saranno subito associati a chi possiede il veicolo, con successiva registrazione nell’Archivio Nazionale dei Veicoli. È proprio in questo modo che se ne potrà garantire la tracciabilità. Il contrassegno andrà applicato in modo visibile sul monopattino e sarà indelebile, quindi impossibile da rimuovere senza danneggiarlo.
Qui arrivano le prime incognite. Per il momento, mancano le istruzioni precise su come richiedere il contrassegno, così come il costo effettivo. Sarà necessario attendere un decreto attuativo che definirà modalità, tempi e prezzo. È però certo che una parte del costo sarà destinata alla sicurezza stradale, come previsto dal Codice della Strada.
No, non c’è alcuna urgenza. Al momento, le linee guida sono generali e non è ancora possibile richiedere la targa. Quando il decreto sarà pubblicato, sapremo come muoverci. Per ora, basta sapere che, in futuro, tutti i monopattini elettrici dovranno avere questo adesivo per essere in regola.
L’obiettivo è aumentare la sicurezza e rendere i monopattini più tracciabili, soprattutto in caso di incidenti o utilizzi scorretti. Anche se ci sono ancora molti dettagli da chiarire, questa misura mira a regolamentare meglio un mezzo di trasporto sempre più diffuso.