Al MIT è stato compiuto un passo in avanti che potrebbe cambiare radicalmente il futuro dell’elettronica. Un gruppo di ricercatori ha sviluppato un transistor tridimensionale capace di superare i limiti dei tradizionali transistor in silicio, grazie all’uso di materiali semiconduttori ultrasottili. Questo dispositivo non solo promette prestazioni paragonabili a quelle dei modelli più avanzati, ma lo fa a voltaggi decisamente più bassi e con un’efficienza energetica maggiore.
L’impatto di questa scoperta potrebbe essere enorme. Immagina chip più potenti, più piccoli e molto più efficienti, che rivoluzionano computer, smartphone e altri dispositivi elettronici. Ma non è solo una questione di potenza: si tratta di superare quello che i tecnici chiamano “tirannia di Boltzmann“, un limite fisico che per decenni ha condizionato l’efficienza dei transistor in silicio. Ora, con questa tecnologia, nuove strade si aprono per il calcolo avanzato, proprio mentre la domanda di potenza cresce a dismisura, soprattutto con l’espansione dell’intelligenza artificiale.
Come funziona questo nuovo transistor? La sua magia risiede nelle proprietà quantistiche dei materiali usati, che permettono agli elettroni di attraversare le barriere energetiche invece di superarle. Il tutto avviene su una scala incredibilmente ridotta, in aree di pochi nanometri. Grazie alla struttura tridimensionale e ai nanofili verticali, è possibile stipare molti più transistor su un singolo chip rispetto a quanto si possa fare con il silicio.
Naturalmente, arrivare a questi risultati non è stato semplice. La fabbricazione ha richiesto precisione estrema, utilizzando tecniche avanzate per creare strutture con un diametro di appena 6 nanometri. I risultati? Prestazioni 20 volte superiori rispetto ai transistor tunnel simili già esistenti.
Sebbene ci sia ancora strada da fare prima che questa tecnologia arrivi sul mercato, i ricercatori sono ottimisti. Il futuro dell’elettronica sembra muoversi verso dispositivi sempre più piccoli, potenti ed efficienti, e questa innovazione del MIT potrebbe davvero segnare una svolta epocale.